C'è
un silenzio surreale, a Genova/Certosa!
La
"porta d'ingresso della Valpolcevera" è sbarrata, proprio sul confine
tra i vecchi comuni di Rivarolo e Sampierdarena.
Di
là, la Città della Lanterna, di qua, un silenzio che non si sentiva dai tempi
dei monaci.
Nel
mezzo, gli abitanti di via Porro, via Capello, via Campi: in attesa di poter
rientrare nelle loro case, a turno, scortati dai vigili del fuoco.
Stanno
sul lato nord di via Fillak, un'attesa a un tempo composta, dignitosa e
straziante, per paradosso il punto più vivo del quartiere è ai piedi del
gigante ferito dal gemello crollato.
Si
entra solo da nord, con la macchina, a Certosa. Per andare a Genova (per noi il
centro è Piazza Petrella) c'è solo la Metropolitana.
Quella
Metropolitana che tante volte voi genovesi, voi delle altre delegazioni e voi
foresti prendete in giro, oggi è il nostro solo legame col mondo, il nostro
cordone ombelicale con la madre Genova.
Sia
benedetta la Metropolitana, e il religioso silenzio di Certosa.
Così
si esprime sui Social Fabio Franchini, Referente Regionale Arbitri Rugby della
Liguria, alla vigilia della funzione funebre delle vittime del crollo del ponte
che noi tutti genovesi avevamo soprannominato “Ponte di Brooklyn”. Domani alle
ore 11,00 alla Fiera del Mare di Genova, al Padiglione Blu “Jean Nouvel” si svolgerà, dunque, il rito religioso
celebrato dall’Arcivescovo Angelo Bagnasco.
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