mercoledì 20 dicembre 2017


Lo splendido Natale della Paspa Pesaro Rugby capolista. Il presidente Mattioli: “Difficile immaginarselo più bello”

Come si reagisce all’amarezza di una retrocessione? Semplice: vincendo tutte le partite. La Paspa Pesaro Rugby brinda al Natale lucidando un curriculum da primo posto solitario in classifica costruito su un portafogli gonfio 39 punti. Quelli prodotti da 9 vittorie su 9 partite giocate in serie B (3 delle quali con cinque punti di bonus). Complicato immaginare un Natale più gratificante: «Probabilmente ci avrebbero presi per matti se a settembre avessimo ipotizzato una simile striscia di risultati – ammette il presidente Simone Mattioli – Però non abbiamo mai nascosto che approcciavamo questa stagione con ambizioni importante. Quantomeno quelle di stare nella parte alta della classifica.

(Il sudafricano del Pesaro, Lyle Joubert in azione)

 I risultati dicono che non ci eravamo posti obiettivi impossibili, ma era complicato immaginarsi nove vittorie su nove».
La nona è arrivata con Civitavecchia e ha servito l’assist al brindisi natalizio della Paspa Pesaro Rugby radunata questa sera (martedì 19 dicembre) per la consueta cena d’auguri natalizi al ristorante Giardino dei Tigli. E si uscirà dalla cena di Natale ‘senza la pancia piena’: «Chiudiamo il 2017 convinti di essere nelle condizioni di lottare fino alla fine per il salto di categoria – chiarisce Mattioli – Un obiettivo che non era scontato all’inizio e non lo è tuttora; perché questo sport è sempre figlio di situazioni che possono cambiare di volta in volta. Noi dobbiamo anche ammettere che la fortuna ci ha assistito quando avevamo più difficoltà; l’importante è comprendere che la buona sorte va e viene e la squadra in questo senso sta vivendo un positivo crescendo di rendimento».
Un crescendo determinato da un’evoluzione interna e da interventi esterni. Come quello dell’inserimento del mediano d’apertura sudafricano Lyle Joubert: «Dopo tre partite possiamo sbilanciarci nel dire che la scelta è stata azzeccata e va dato merito al nostro direttore sportivo Massimo Pozzi che ha ponderato questa operazione attendendo con pazienza il momento in cui individuare il giocatore giusto. Lyle Joubert (già ribattezzato “Lillo”, ndr) si sta dimostrando un giocatore importante sia per la regia della squadra sia perché sa far divertire la tifoseria». Mattioli però precisa che non è l’unico rinforzo: «A una sola operazione di mercato si accompagnano diversi recuperi importanti: come Tommaso Scavone che con Civitavecchia abbiamo rivisto titolare dopo un anno e mezzo di stop. Un giocatore di esperienza e ordine che è stato uno dei protagonisti della promozione in A. Lo stesso vale per il recupero di Jarno Biagetti che è un trequarti di qualità, sostanza e un abile placcatore. Poi c’è l’inserimento continuo di giovani di qualità: l’under 18 Leonardo Venturini è titolare da tre partite e con Civitavecchia ha giocato per la prima volta dal 1’ minuto anche il tallonatore 19enne Filippo Pozzi. Abbiamo un vivaio che potrà presto inserire altre facce nuove interessanti».

(Villarosa palla in mano)

Parlando di giovani è difficile ignorare una delle più apprezzate novità di questa seconda parte del 2017 della Pesaro Rugby. Il progetto Academy in cui la società rugbistica sostiene lo studio universitario dei suoi atleti: «Un progetto che non ci siamo limitati ad avviare, ma che stiamo presidiando – chiarisce Mattioli – Non abbiamo messo solo i ragazzi nelle condizioni di agevolarli negli studi, ma vogliamo vigilare che lo studio sia anche fruttuoso: vogliamo sapere che esami danno, quando li danno e se li superano affiancando anche dei tutor».

Intanto la squadra si avvicina ad un 2018 in cui monetizzare quanto di buono tratto dalla prima metà dell’opera: «All’anno nuovo arriva una squadra sempre più convinta della sua forza e che è cresciuta molto dal punto di vista dell’autorevolezza che mette in campo e della calma nel gestire le situazioni» analizza Mattioli che indica dove però si deve ancora migliorare: «nei cali di tensione e nell’essere meno fallosi; perché rischiamo sempre di mettere pepe in avversari che non dovrebbero impensierirci». Aspetti migliorabili nei quali Nicola Mazzucato si sta rivelando una garanzia: «E’ un allenatore che sa sempre dove e come intervenire – dice – e che riscuote l’apprezzamento di una squadra che gli riconosce meriti nella crescita tecnica, tattica e motivazionale».

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