L’anno in
chiusura porta bilanci e nuovi propositi; ne parliamo con Dario Ermellino
presidente del Rugby Savona e grande conoscitore del rugby ligure.
Presidente,
come giudica l’anno che si chiude?
“Indubbiamente un’ottima annata, quasi
fossimo produttori di vino. Fuor di metafora siamo veramente molto soddisfatti
per quanto abbiamo visto e realizzato.
Partirei
dal settore giovanile, che è cresciuto ed ha portato molte soddisfazioni. Abbiamo
in campo tutte le squadre del minirugby, le under 6-8-10 e 12, e non è per
nulla poco. Possiamo contare su un’organizzazione fenomenale dove allenatori,
miniatleti e genitori danno il meglio, creando gioco, armonia e divertimento;
abbiamo iniziato un lavoro di diffusione nelle scuole elementari e medie che ha
risultati lusinghieri, al punto che non riusciamo a coprire tutte le richieste.
Per
crescere sono estremamente convinto che serva una base molto larga e una
cultura del rugby come sport educativo; il lavoro che stiamo facendo sarà
prezioso per il futuro del rugby a Savona, siamo una società che vuole emergere
ma solo con fortissime radici nel territorio.”
Oltre al
minirugby anche il settore giovanile si è messo in evidenza.
“Lo scorso anno sia la Under 18 che la Under
16, nei rispettivi trofei, sono giunte a giugno fra le prime quattro squadre
del Nord-Ovest; in questo nuovo anno agonistico la Under 18 continua il suo
passo, le Under 16 e Under 14 giocano un buon campionato, accumulando esperienza
preziosa. Sono particolarmente orgoglioso del fatto che tutto il settore sia
composto da atleti savonesi, cresciuti con noi nel tempo e che danno forza al
movimento.”
“Anche qui grandi soddisfazioni, a giugno ci
siamo classificati secondi nel girone promozione alle spalle del Novara
promosso in serie B. Quest’anno soffriamo un po’ di più, siamo partiti con
ruoli importanti non coperti, la prima linea di mischia, ed abbiamo immesso a
questo ruolo nostri giocatori che si sono prestati, con grande spirito di
sacrificio, a imparare. Inoltre abbiamo subito molti infortuni, per fortuna non
gravi ma continui, che hanno determinato difficoltà nella stesura della
formazione. L’obiettivo resta accedere al girone promozione, adesso siamo ad un
passo dal raggiungerlo”.
“Viviamo una situazione un po’ delicata; come
dicevo il polso sono i settori giovanili e qui abbiamo difficoltà
generalizzate, con il grande mistero della Under 16. Savona ed Imperia hanno la
loro squadra, altri hanno dovuto ricorrere alle franchigie per sopravvivere e
non per creare una squadra d’élite; il caso più eclatante è dato da Spezia,
Recco e Cogoleto, in tre per poter gareggiare; spero che il prossimo anno
tornino ad essere tre squadre autonome. Anche fuori dalla Under 16 ci sono
difficoltà, a parte Genova i numeri si assottigliano.
Nelle
serie superiori abbiamo due squadre stabili in serie A ( Cus Genova e Recco),
un vuoto in serie B e poi la C1. Qui assistiamo alla corsa di vertice dell’
Amatori Genova, meritatamente al comando; l’ Imperia va avanti con le sue gambe,
ed è un ottimo lavoro, dopo un’importante emorragia di giocatori spostatisi in
Francia, appoggiandosi ai suoi giovani. Il Cogoleto vive un anno molto duro ma
scende in campo ogni domenica, pur sapendo che il risultato è segnato; ha tutto
il nostro rispetto, apprezziamo lo spirito ed onorano pienamente il nostro
sport. Detto questo si torna a bomba sull’importanza dei settori giovanili; chi
è riuscito a crearne di stabili e floridi, guardiamo al Cus Genova, è
addirittura in grado di supportare le altre squadre con giocatori che
potrebbero essere determinanti per promozione ( Amatori) o salvezza (
Cogoleto).”
Per finire,
quale può essere l’augurio per il prossimo, o prossimi, anni?
“L’augurio è senz’altro che il movimento
rugbystico continui a crescere; il mio sogno sarebbe vedere molte più società e
moltissime squadre in campo, che i numeri dei praticanti aumentassero al punto
da permettere a ponente una compagine fissa in serie B.”
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