giovedì 5 luglio 2018




Nota: Questo scritto non è altro che il riassunto di un anno sportivo, scritto da una persona interna allo staff del Rugby Segni, la quale ha potuto osservare l’andamento della squadra. I fatti sono riportati in modo semplice e spiegati con l’utilizzo della prima persona.
Se siete curiosi, leggete pure e lasciate  un commento!

(nonostante la retrocessione in C2 a Segni non manca il giusto ambiente)

A chi piace la matematica? Scommetto a nessuno o quantomeno a pochi eletti. Gli amanti di questa disciplina possono contarsi sulle dita di una mano, non è così? La sinistra magari, è meglio contare con quella, no?
Che la matematica vi piaccia o meno, un pochino me ne servirò per raccontarvi il campionato 2017-2018 del Rugby Segni. Occhio, prestate attenzione e che sia chiaro, in queste righe non leggeteci critiche di nessun tipo perché non ce ne sono, semplicemente riporto in forma scritta ciò che ho potuto osservare.
Addizione, sottrazione, moltiplicazione e divisione sono le quattro operazioni fondamentali dell’ aritmetica, le prime che impariamo a scuola, almeno da che io abbia memoria. E fin qui, nulla di complicato mi pare.
Partiamo dall’addizione. Questa consiste nel combinare insieme due o più elementi disgiunti formandone uno unico.

(Un'azione in attacco del Segni con avversario l'Anzio, in una immagine in b/n di David Rossini)
 All’inizio dell’anno sportivo il Rugby Segni ha fatto un’operazione di addizione, sommando ai vecchi giocatori un numero cospicuo di nuovi, ottenendo così una rosa di circa trenta atleti. “Fantastico”, abbiamo pensato noi dell’entourage, fantastico perché con così tanti giocatori il campionato sarebbe stato uno spasso, così come anche gli allenamenti. Dicono che la Fortuna sia la dea bendata e che baci persone a caso senza guardarle in faccia. Io dico nel XXI secolo la Fortuna si sia fatta più furba, che della benda si sia liberata perché ormai fuori moda, e che abbia così iniziato a decidere chi far rientrare nel suo mirino. Al posto della vecchia e sudicia benda che usava da secoli ha comprato un smartphone di ultima generazione, e figuriamoci poi se non si sia creata un account Facebook. Anche la Fortuna deve stare al passo con i tempi, no? E come le rintraccia le persone da “baciare” poi? Diciamo pure che la cara Fortuna quest’anno abbia trovato la nostra pagina FB e che abbia deciso di baciarci. Ci ha regalato un bell’inizio.

(Una mischia "molto" colorata fra Segni e Civita Castellana - foto David Rossini)

 Poi però la Sfiga è subentrata rubandole il cellulare con tanto di GPS per localizzarci e…crisi. Riuscireste a vivere senza Google Maps e senza telefono? Scommetto di no. E nemmeno la Fortuna ci riesce. 
Sottrazione. Consiste nel prendere una collezione, togliergli una parte e ottenerne una più piccola di quella di partenza. Il Rugby Segni subisce la sottrazione di un giocatore già dall’inizio della preparazione atletica: Flavio Fadanelli. Il talentuoso ragazzo vola in serie A in un primo periodo, e poi in serie B. E fin qui, tutto abbastanza definibile come “ok”. Ma poi? Poi arriva quella che possiamo descrivere come “grande depressione”, avvalendoci di termini storici. Il procedimento di sottrazione si ripete più e più volte, la squadra si screma come nelle selezioni naturali fino ad arrivare ad un numero di diciotto giocatori circa. Bella rogna, già. Qui subentrano le critiche di chi non vive su al campo, di chi immagina, suppone ma non sa. La domanda più frequente è stata 

(Il Presidente del RFC Segni, Angelo Priori, riceve la Stella di bronzo al Merito Sportivo)

“E perché questi giocatori sono andati via?” e con lei anche “Se è successo, allora è perché il sistema del Rugby Segni non funziona come dovrebbe”. No. Non mi sta bene. Non mi piace, non CI piace che chi non sappia parli al posto di chi invece deve. La risposta alla scrematura non è dovuta a persone specifiche, all’ambiente o a qualsiasi altro ente i fantasiosi vogliano incolpare. È semplicemente accaduto. Questo genere di avvenimenti capitano anche alle grandi società e alle squadre di altissimo livello per cui stare a girarci troppo intorno non serve. I ricamini attorno alle storie lasciamoli fare alle vecchiette sedute sulle panchine per i vicoletti di Segni, che poverelle a quell’età non sanno che cosa fare nelle calde e afose giornate estive. Siamo nell’epoca moderna e dobbiamo essere realisti.
Poiché da moltiplicare quest’anno non c’è stato gran che, passiamo alla divisione. Al momento non so proprio come darvi una definizione di questa operazione, ma se proprio volete una chiarificazione su questo concetto potete chiedere al Direttore Tecnico, lui mi pare che di matematica ne sappia parecchio! Basandomi sulle mie sole conoscenze, riesco solo a dirvi che la divisione è l’inverso della moltiplicazione e che in tale procedimento si scinde una unità. Il concetto di divisione ci serve per descrivere il campionato. Un campionato intero diviso in due fasi: la prima, e la seconda. Ogni fase divisa in dieci ulteriori piccole unità: le partite. In un totale di venti, siamo riusciti a portare a casa tre vittorie soltanto. In pochi è dura resistere, non conta quanto si riesca a giocare bene. Non è stato un gran risultato quello ottenuto, soprattutto se si ripensa all’anno scorso che anziché entrare nei play-out siamo entrati nei play-off, il girone promozione.
L’anno passato però non è quest’anno, e quest’anno non è il prossimo. Ogni momento è diverso dall’altro, ogni azione provoca una certa reazione e non è detto che l’uomo agisca sempre nella stessa identica maniera. Quest’anno abbiamo abbandonato la serie C1 ma nessuno dice che l’anno prossimo non ci torneremo. O forse sì, quelli che portano iella lo dicono, ma loro non contano.
La vita è come un grafico, ci sono i picchi di minimo, quelli di massimo, i livelli intermedi e i momenti dove l’andamento è costante.

(Un'azione difensiva del Segni con avversario il Pescara) - ph David Rossini)

 Quest’anno abbiamo assistito a un picco di minimo. Niente paura, una volta toccato il fondo si risale, per fortuna nella vita reale il grafico è composto solo dal quadrante dei numeri positivi, quelli negativi sono esclusi. E menomale!!
Noi siamo belli carichi e pronti a ricominciare!!!
La squadra sarà pure composta da un numero inferiore di ragazzi, ma quest’ultimo è coeso, compatto, pronto a ripresentarsi sul campo l’anno prossimo. È pronto a non mollare.
Non mi sembra corretto indugiare solo sui lati negativi di questo campionato, credo sia giusto anche mettere in luce gli aspetti positivi. Dopo un anno sportivo tutt’altro che egregio, da una squadra di serie C ci si sarebbe aspettati un gettare la spugna. Abbandonare tutto prima della fine, smetterla perché non ce la si faceva più. 

(Un'altra cusiosa, ed anche un poco romantica immagine da Segni - foto BARNI)

E invece no.
Nonostante tutto e nonostante tutti, il Segni ha concluso il campionato. Si è presentato al L’Aquila per l’ultima partita con una rosa di quindici giocatori, di cui due infortunati, e ha giocato. Il Segni è entrato in campo onorando il gioco del rugby, la sportività. Ha calpestato il manto d’erba sintetica aquilana giocando veramente. Chi è che avrebbe il coraggio di farlo, pur sapendo di essere in condizioni poco accettabili, e pur essendo a conoscenza di una imminente sconfitta? I veri sportivi.
A fine partita il pubblico aquilano li ha acclamati, la squadra avversaria li ha applauditi, e sia giocatori che allenatori sono usciti con il sorriso dal campo. Però c’è da ammetterlo, i sorrisi sono stati preceduti da un momento nel quale gli allenatori avrebbero voluto buttare giù tutto il calendario. Siamo sportivi sì, ma la retrocessione un po’ brucia comunque.
Uscire sorridenti dopo un’annata da pianto;
finire un campionato senza gettare la spugna;
onorare il gioco;
restare uniti;
essere pronti a ricominciare.
Io un applauso a questi ragazzi glielo farei.
FORZA SEGNI !
LV.

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