Rugby - Bologna Rugby 1928 v. Reno Bologna
35-24
Nel weekend che riconsegnava alla vecchia Felsina il
nobile titolo di “Basket City” e la conseguente ribalta nazionale,
il mondo del rugby cittadino non poteva certo starsene a guardare.
Fidatevi, non l’ha fatto.
Ore 14,30. Allo
stadio “Pier Paolo Bonori” in Arcoveggio, va in scena il
derbissimo petroniano valido per la penultima giornata del girone d’andata.
Tra Bologna 1928 e Reno Bologna c’è in palio
la leggendaria “Mortadella Cup”, ma soprattutto il diritto a
vivere un sogno chiamato Serie A.
Gli
spalti sono tremendamente affollati e la fila per
prendere un bicchiere vin brûlé è più lunga di quella allo sportello postale il
primo giorno di pensioni. Qualcuno accende dei puzzolentissimi fumogeni, mentre
al mio fianco risuona un corno elfico degno della battaglia del fosso di Elm.
Lo chiameranno il “richiamo dell’Alce in
calore”. Condivido. D’altronde fa freddo, e sugli spalti
girano termos colmi di grappa.
Sul campo partono
meglio gli ospiti. Al primo fischio del signor Nobile di
Frosinone, i giallo blu vanno in touche invece che in mezzo ai pali: sinonimo
di fiducia; a volte di supponenza.
Nulla di fatto.
Al 7’, Sergi approfitta di un
pasticcio sulla rimessa laterale della squadra di Sordini e
vola in meta. Bottone trasforma da posizione defilata,
scaldando i cuori degli oltre 400 supporters dall’animo rossoblù.
EmilBanca 7, Reno 0.
Dieci minuti più tardi, è Schiavone a
varcare l’ultima linea dopo una straordinaria azione alla mano. Bottone insacca
i due punti aggiuntivi portando i suoi sul 14 a 0.
Al 25’, è di nuovo il mediano di mischia Sergi a
sgusciare via fra le maglie gialle andando a siglare la seconda meta personale
sull’out di destra. Stavolta il destro di Bottone è sbilenco,
ma l’impressione è che la partita sia ormai in ghiaccio.
Errore. Un derby è sempre un derby, e se nello
sport non c’è mai nulla di scontato figuriamoci in un duello del genere.
Al 28’, gli ospiti bussano un colpo con Kharytonik al
termine di una lenta azione prolungata.
Al 35’ - forte della superiorità numerica
causata dall’ammonizione di Anteghini - la Reno trova
addirittura la vitalità per sfondare nuovamente la trincea di
casa. Spinto dalla carica dei compagni, è Natale a
portare l’ovale in “try zone” tra le furenti urla dei tanti tifosi arrivati dal
quartiere “Barca”. Il mancino di Fuina condisce il risultato
con altri due punti dalla piazzola e quando l’arbitro fischia la fine del primo
tempo, il risultato è più che mai in discussione: Bologna Rugby 19, Reno 12.
Le tribune ribollono. Si canta, si beve e si
fuma nervosamente.
La
ripresa si apre con un saggio calcio di punizione
indirizzato in mezzo ai pali dal solito Bottone. Tre punti che
soffocano l’entusiasmo ospite. Con 10 lunghezze di vantaggio, il Bologna torna
a giocare più lucidamente.
Al 12’, Signora trafigge la
retroguardia ospite con una sontuosa sgroppata sull’out sinistra. Bottone non
converte, ma questa è la marcatura che vale il punto di bonus offensivo. La Reno risponde
ancora una volta con Natale, che segna in progressione riportando
il gap a soli 10 punti.
Al 23’, Bottone infila
l’ennesimo piazzato per ristabilire le distanze (30 a17), prima che una
stupefacente azione alla mano indirizzi Soavi a schiacciare
l’ovale in meta per la quinta volta. A tempo ormai scaduto c’è spazio anche per
la marcatura pesante siglata da poderoso Murgulet, che se non altro
regala il punticino di premio offensivo anche agli ospiti.
Il match termina sul risultato 35 a 24, con i
ragazzi del 1928 che alzano al cielo la famigerata mortadella (delle dimensioni
di un frigorifero) simbolo della rivalità cittadina.
Io invece, torno casa da questo meraviglioso
pomeriggio infreddolito ed anche un po’ alticcio, ma con la gioia di poter
constatare che nei meadri della famosa "Basket City" pulsi anche un
grande cuore ovale.
(in palio oltre ai punti per il campionato c'era anche la Coppa Mortadella)
Report di
Andrea Nervuti, Foto di Valentino Orsini & Fabio Matranga
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