L’AMMIRAGLIO ANTONIO
CAIRO, per anni dirigente del CUS Genova, è sempre stato vicino alle
problematiche del rugby genovese, e soprattutto a quelle del club universitario,
che anche quest’anno gioca in un sempre impegnativo Campionato Nazionale di
Serie A. Cairo, vero gentleman della palla ovale, ha sempre saputo apprezzare
il movimento, e non solo quello del team genovese.
“Il rugby è vita, è
aggregazione, è socializzazione – dice ANTONIO CAIRO, vice presidente dello
Yacht Club Italia di Genova – rugby vuol dire anche concedere l’aiuto al tuo
compagno che ti è accanto e al bisogno ricevere il sostegno dallo stesso
compagno di squadra. Il rugby è uno
sport educativo a mille per mille.
(L'Ammiraglio Antonio Cairo, una vita con il CUS Genova)
Ora
che si è iniziato anche con il RUGBYTOTS, quello riservato ai bambini dai tre
quattro anni, si intuisce facilmente che è molto divertente, anche a questo
livello. Questi bimbi si ammucchiano con una estrema facilità, ma con cognizione, e senza essere scorretti,
in quanto prima di tutto il rugby deve essere praticato da individui che hanno
una certa responsabilità, ed in
particolare deve risultare molto istruttivo. Rispetto per l’avversario e aiuto
per il compagno di squadra, questo vuol dire il rugby.”
Antonio Cairo ha
giocato anni fa nel CUS Genova, per poi far grande carriera nella Marina
Militare raggiungendo il grado di Ammiraglio; del rugby conserva bellissimi
ricordi, come gli anni passati nel CUS Genova come dirigente.
(Una collezione artistica all'interno del salone di I Classe della Stazione Marittima di Genova)
“Io sono nel rugby da una
vita – conferma ANTONIO CAIRO - dagli
anni 50 quando ero ancora ragazzino, quando in quel periodo il rugby si cominciava
a giocare solo tra i 14 ed 15 anni di età. In quel periodo esisteva la Coppa
Cicogna, e certo non si iniziava a praticare rugby a sei anni, come succede
spesso oggi. Ho iniziato al Carlini, ovviamente, allora chiamato campo Nafta o
Shell, con il CUS Genova, ed in seguito poi la vita mi ha portato in giro per
l’Italia e poi, quando sono tornato con una nave a La Spezia ho ripreso i
contatti con il CUS, dedicandomi tanti anni alla carriere dirigenziale nella Società
di via Montezovetto, e dove dopo ben trentatre anni ho concluso, proprio l’anno
scorso, il mio personale impegno.
Sono
stato responsabile della Polisportiva e prima con la responsabilità della
sezione rugby, dove ora gli attuali
dirigenti sono i miei ex giocatori degli anni 70/80, quando giocavamo in serie A, l’ attuale Campionato di Eccellenza, che in quegli anni
non esisteva.”
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