L’Associazione Sportiva Rugby Belluno, inizia la
propria attività nel 1969-70 partecipando al campionato nazionale di Serie D. I
benemeriti del Rugby Belluno, oltre al fondatore dell’attività Prof. Oscar
Fabrizi, sono i sig. Bortoluzzi Celeste, Giacon Piergiorgio, Da Rif Gianfranco,
Leonardi Mario, Veronese Ezio, Roldo Paolo.
L’attività si concretizza in una sola squadra
successivamente nel 1975 inizia l’attività giovanile con le formazioni Under
11-13-15 e nel 1980 l’attività delle squadre Under 17 e Under 19. Nel 1984
viene costituita una sezione del Rugby Belluno in Alpago relativamente alle
formazioni giovanili il cui responsabile è Piazza Sante.
Il record di squadre iscritte al campionato è stato
raggiunto nella stagione sportiva 1991-92 con le squadre: Senior, Under 23,
Under 19, Under 17, n°2 Under 15, n°2 Under 13, n°2 Under 11 ed una squadra
Femminile in Alpago.
Attualmente la prima squadra milita nella Serie C
ed i tesserati iscritti sono circa 180 e vanno dalle formazioni Under 6 ai
Senior; la società cura in modo particolare il settore giovanile con attività
di promozione come raduni pre-campionato al mare, doposcuola, organizzazione
tornei, ecc. La società risulta tra le prime a livello Nazionale per numero di
squadre.
La famiglia Fulcis fece costruire la villa di
Safforze nella prima metà del XVII secolo per celebrare la ricchezza della
propria casata e le glorie militari che le valsero il cavalierato di Malta.
La villa sorge su una spianata ai piedi del monte
Serva, in posizione elevata. La si raggiunge dopo un lungo viale d’accesso che
porta direttamente davanti alla villa. Il complesso degli edifici presenta una
pianta a forma di “Z”. Le tre parti che la compongono sono la villa vera e
propria a tre piani e due corpi più bassi sul retro. All’estremità di sinistra
si innesta perpendicolarmente una prima ala. All’estremità di questa, a sua
volta, si inserisce una seconda ala che volge verso sinistra e termina con una
cappella.
La villa ha una grande facciata che aggetta
rispetto alle ali laterali. Presenta al centro, al piano terra, un portico a
cinque arcate a tutto sesto con dodici colonne tuscaniche binate. Ogni arcata è
rimarcata da una cornice dipinta. All’interno del porticato sono riprodotte sui
muri, con un bel gioco di prospettiva, le arcate e le colonne esterne. Ad ogni
lato del portico vi sono due finestre basse.
Al primo piano tre porte finestre ad arco, chiuse
da un’elaborata balaustra, sono in corrispondenza dell’arco centrale del
porticato. A ciascun lato, quattro grandi finestre ad arco con cornici di
pietra. Due fasci orizzontali sottolineano i davanzali e l’imposta degli archi,
per concludersi nel finto bugnato agli angoli dell’edificio.
Il secondo piano è illuminato da piccole finestre
quadrate (tre raggruppate al centro e quattro per ogni lato), chiuse sopra e
sotto da due bande dipinte.
(Gli Under 16 del Belluno, qui insieme ai pari età gallesi del Brecon Rugby, gemellati con il club veneto)
Al centro del tetto un festigio con timpano si apre
in tre finestre ad arco, arricchite da un motivo minuto a mensoline, che si
interrompe all’altezza del timpano. Dal tetto salgono due camini. Le loro
pareti esterne sono in cotto lavorato a dente di sega, che le fa somigliare a
scacchiere e che si trovano solo in questa zona del bellunese.
Sulla facciata sono dipinti due grandi stemmi in
cui è riprodotta l’aquila ad ali spiegate dei Fulcis con la stella dei
Cavalieri di Malta, che artiglia un nemico. Intorno trofei militari, cannoni e
bandiere. Ognuno dei due stemmi ha sotto una meridiana.
L’interno, un tempo particolarmente ricco ed
affrescato, fu gravemente danneggiato durante la prima guerra mondiale e poi
trasformato per essere utilizzato come struttura pubblica.
La villa ha ospitato il maresciallo Massena nel
1799, il vicerè Eugenio Napoleone nel 1809, Vittorio Emanuele III ed Elena di
Savoia nel 1903.
Istituto Regionale per le Ville Venete (1998), Ville Venete – Itinerari fra Veneto e Friuli, Venezia, Marsilio Editori
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