lunedì 2 ottobre 2017


Union Riviera Rugby: buona la prima, a metà. Cogoleto lascia il campo anzitempo

C’era molta attesa per questo primo confronto di campionato di rugby nazionale di C1. La Union sembra aver perso pezzi importanti, ma inizia a guadagnare giocatori “fatti in casa” come un positivo Damiano, mentre Dutto parte dalla panchina. Di fronte il Cogoleto è sempre una mina vagante, se non altro per la tradizione. Resta quella però. Le dinamiche convulse del rugby genovese hanno depauperato una realtà storica dell’ovale ligure. Cogoleto si presenta con 16 giocatori. Alcuni hanno ancora un sentimento per la maglia e lotteranno da par loro: qualche terza linea e Matteo Tricoli che parte con il 15 sulla schiena, ma di fatto gioca apertura. Per contro, coach Pallini ha la possibilità di giostrare, portando anche qualche “allenatore in campo” data l’esperienza. Barbotto guida la prima linea, Novaro si prende tutte le sue responsabilità in terza, Pozzati è il faro del gioco e, mancando Calzia, è perfettamente riuscita la collocazione di Castaldo come estremo: imperioso nella visione di gioco dalla sua posizione e perfetto negli inserimenti. Dicendola tutta, con il senno di poi, il Cogoleto ha rappresentato uno sparring partnervolenteroso, sia pure con qualche elemento addirittura neofita per la disciplina. Resiste per come può, insomma. Alessandro Rovere, tecnico ospite ritiene già un successo che vi sia la squadra. Si pensa che nel tempo arriveranno altri elementi e il ritorno della Union a Cogoleto potrebbe essere più probante. In ogni caso, con poca pressione, si è visto il dogma corsaro dell’anno.

 La mischia è stata dominante, anche se le regole ora impongono un gioco immediato, sotto l’attenta visione di una direzione arbitrale giovane, ma puntuale ed autorevole. Zat in mediana ha sentito la partita, ma forse è meglio così: il ghiaccio è sciolto e si deve tenere da conto la necessità di intesa con Pozzati. Quest’ultimo ha dato due accellerate al momento giusto e ha creato timor panico fra le fila avversarie. La mischia ha fatto il suo dovere soprattutto nelle due o tre cariche attorno ai raggruppamenti ordinati. Gente come Franzi, Moschetta, Ferrua, Masetto e Bellifiori sono dei ball carriers ed hanno costretto al fallo in ruck gli avversari. Più volte. Sin dal primo minuto, per una punizione calciata tra i pali da Castaldo. Nel caso in cui il gioco fosse possibile alla mano così è stato. E per un Cogoleto non disposto in linea, è stato relativamente facile azionare la carica dei tre quarti, dove c’è qualità con Gambini e Pallini a centri (e un certo Delbecchi) non utilizzato, mentre le ali e l’estremo sono ferali. Gabaglio non è stato premiato dalla meta, ma è solido. Trucco ne ha messe tre ed è la vipera di turno. Il fatto che però si sia arrivati in meta al largo fa capire la tipologia di gioco in atto per i corsari. Per le trasformazioni c’è da lavorare, Castaldo è infastidito dal vento, Calzia deve rientrare e Trucco ci prova di drop, riuscendoci, quasi. Per la cronaca, oltre alle tre mete di Trucco sulla bandierina, si lavora anche con la maul avanzante, con meta di mischia e anche con la consueta soddisfazione di Barbotto, che innesca tra l’altro sulla destra la meta più spettacolare, perché rompe un argine, da cui falla tamponata esce una palla che arriva in pochi secondi sull’ala opposta. Non sono favolette, quindi. E infine c’è il sigillo di Castaldo. Il primo tempo si chiude sul 28-0 per i corsari, nel secondo Cogoleto prova a farsi vedere nella metà campo dei locali, ma c’è il secondo infortunio di giornata. Gli ospiti rimangono in 14 ed a malincuore, anche per il folto pubblico presente, si arriva alla conclusione anticipata del match, che, verosimilmente, andrà a tavolino 20-0 per la Union. Ora si lavora per un impegno più probante in trasferta: una settimana ed è San Mauro Torinese. Per intanto gli equilibri del girone sono incerti: appare solida la cenerentola d’antan ovvero gli Amatori Genova. Nel frattempo per la Union un vero peccato non aver fatto giocare una panchina sufficientemente lussuosa, dove sedevano Vazio e Delbecchi, il giovane Dutto, e gli highlanders Demasi e  Gandolfo. Vedremo, per il momento si segnala anche la grande atmosfera in club house dove i profumi di cucina e l’ottima birra rossa Stone Ale hanno fatto da padroni.

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