Mercoledi scorso i
ragazzi dell’ A.S.A. DEL NORD OVEST erano in campo a Settimo Torinese in un
allenamento molto impegnativo, in quanto in quel momento sulla provincia
torinese era in corso una consistente nevicata. L’Attività di Selezione per le
Accademie prosegue nel suo cammino e, dopo due allenamenti svolti a Recco, uno
a Grugliasco, e quest’ultimo “innevato” a Settimo Torinese, sono previsti
ulteriori appuntamenti.
MATTEO MAZZANTINI,
Responsabile Tecnico dell’Accademia FIR di Torino, ed anche dell’attività
A.S.A., ha seguito logicamente questo allenamento traendo buone prospettive: “Purtroppo è già la seconda volta che in queste occasioni
– dice l’ex mediano di mischia degli Azzurri – che i ragazzi di Torino e della
Liguria si ritrovano ad impegnarsi in condizioni meteo piuttosto proibitive, ma
nonostante qualche precedente rinvio non siamo riusciti ad evitarci questa
nuova nevicata. Del resto siamo costretti a seguire un programma ben preciso,
tanto che entro il mese di maggio dovremo concludere ufficialmente questa
attività. Sono previsti altre quattro incontri, uno dei quali in Liguria, gli
altre tre in Piemonte, con un confronto tra i due Centri di Formazione.”
MATTEO MAZZANTINI,
livornese, classe 1976, figlio d’arte in quanto figlio di Franco ex Azzurro
anni ’60 ha difeso i colori dei grandi club della Benetton Treviso, con la
quale ha vinto lo scudetto tricolore nel 1997/98 e tre Coppe Italia, poi ha
giocato a L’Aquila, a Rovigo, Viadana, Gran Parma, Livorno allenando infine la
squadra biancoverde.
(Ecco Matteo Mazzantini mentre dirige l'allenamento degli A.S.A. a Settimo Torinese nella foto di MARIO CAMPI)
“Le
Accademie di Milano e Remedello – afferma Mazzantini - svolgono il
nostro lavoro ma su di un bacino di utenza molto piu’ vasto, e questa attività
ASA qui a Torino assume maggiore importanza di una semplice partita tra i
rispettivi Centri di Formazione, e sicuramente prendere parte a questi
appuntamenti è molto importante per la crescita tecnica dei ragazzi.”
Giovani che devono fare
dei sacrifici, ed al giorno d’oggi sappiamo bene quanto sia importante
dedicarsi con serietà a qualsiasi attività sportiva, per trarne benefici
agonistici. Ma questi ragazzi dell’Accademia di Torino e gli A.S.A. sanno
sacrificarsi?
“Sono a
dir poco eccezionali – afferma candidamente MATTEO MAZZANTINI –
sotto questo aspetto, anno dopo anno, appaiono sempre piu’ motivati, e determinante
soprattutto per gli A.S.A. è il ruoloche hanno i rispettivi genitori, se non ci fosse
l’appoggio dei propri familiari si potrebbe fare proprio poco. Tra l’altro non
è certo agevole partire dalla Liguria, come è successo questa settimana, con un
clima quasi primaverile, ritrovandosi sotto le Alpi in un specie di bufera
invernale! Non è mancato l’impegno da parte di tutti i ragazzi piemontesi e
liguri, e anche questo aspetto è da valutare in termini di impegno, anche se
ultimamente stiamo generalmente perdendo certi valori del rugby di una volta.
Prima mi parlavi della C2 – riprende il tecnico toscano - e su quello che
puo’ ancora rappresentare, e approvo la base di questa teoria, ma troppo spesso
si parla di campi in materiale sintetico, lasciando da parte l’aspetto
principale del gioco del rugby fondato sulla pura lotta, sulla guerra in campo,
nei limiti del regolamento ovviamente, sulle partite giocate nel fango, insomma
al giorno d’oggi ci siamo tutti un poco imborghesiti. Certo che per la Liguria
è una situazione molto particolare, con pochi spazi a disposizione e praticare
rugby come in altre regioni non è del tutto semplice, ma generalmente certi
valori comunque, e questo ovunque, si stanno in ogni modo perdendo."
Nello splendido libro
di Matteo Mazzantini – L’uomo nero gioca a rugby - in uno dei numerosi interventi di famosi
rugbisti italiani citiamo una frase espressa da Salvatore Perugini, ex pilone
degli Azzurri, ben conosciuto con il soprannome di TOTO’, che dice in
riferimento al rugby di una volta “ Quello era un rugby
pane e frittata, composto da tanti amici,
dall’unione, alimentato da tantissimi episodi goliardici, scherzosi ma anche seri e profondi. Generazione fortunata
avendo avuto la possibilità di vivere quel rugby sia il professionismo, che
ormai domina il nostro sport.”
“ E’ un
libro che contiene molti aneddoti, molti miei ricordi rugbistici – afferma MAZZANTINI – alcune interessanti fotografie con atleti, me compreso,
resi irriconoscibili dal fango che immancabilmente e spesso ci rendeva poco
individuabili dagli stessi arbitri. Ma ora pensiamo ai giorni nostri alle
attività dell’ Accademia ed agli A.S.A., che ogni quindici giorni avranno
l’impegno di questi allenamenti. In ogni modo posso solo confermare che di anno
in anno abbiamo riscontrato una crescita tecnica continua, ma terrei a
sottolineare ancora un fatto. L’altra sera abbiamo fatto una riunione con i
ragazzi, e siamo venuti alla conclusione che se uno di questi ragazzi non segue
a modo le lezioni scolastiche, non potrà piu’ seguire le attività
dell’Accademia. Ai miei tempi le varie Società ci facevano allenare la mattina,
al pomeriggio ed alla sera, senza interessarsi minimamente ai nostri impegni
scolastici, ma ormai tutti sanno che di solo rugby è molto difficile vivere.”
Il messaggio è chiaro:
senza seguire un serio impegno a scuola, niente Accademia!
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