Finale amaro per Piacenza
Rugby: il Cus Milano non concede il bis
Serie A –
Piacenza Rugby cede al Giuriati e non riesce a bissare il successo dell’andata.
CUS Milano – Piacenza Rugby 36-26
CUS Milano: Tarantola
(27’st Colombo), Randazzo, Cederna, Colli, Oleari (28’st Zaninati), Borzone
(5’st Borgonovo), Morandino, Alagna, Toscano, Galazzi (20’st Vitale),
Tevdoraze, Mantovani, Nucci (12’st Parisi), Perini (18’st Reina), De Vita
(25’st Cusimando). All: Boggioni
Piacenza Rugby: Cisint, Roda T.
(5’st De La Mare), Misseroni (30’st Roda L.), Beghi, Bertorello, Biffi,
Bacciocchi (1’st Negrello), Cornelli, Marazzi, Macala, Bonatti (20’st Dene),
Lekic, Codazzi (11’st Greco), Bertelli (20’st Alberti M.), Dapaah (20’st
Baccalini). All: Forte,
Berzieri, Pagani
Arbitro: Andrea Costa di Genova
Marcatori: 3’cp Biffi (0-3);
8’mt Colli tr Tarantola (7-3); 11’ mt tr Biffi (7-10); 14’ cp Tarantola (10-
14); 18’ cp Biffi (10-13); 32’ cp Biffi (10-16); 38’ mt Morandino tr Tarantola
(17-16); secondo tempo: 20’ mt Marazzi tr Biffi (17-23); 25’ mt Randazzo tr
Tarantola (24-23); 28’ cp Biffi (24-26); 31’ mt Colombo tr Cederna (31-26); 38’
mt Vitale (36-26).
Lo storico campo da rugby Giuriati di Milano, ora sede del CUS Milano, accoglie
per la seconda giornata del girone di ritorno il Piacenza Rugby. Giornata
primaverile, ma affluenza del pubblico piuttosto modesta e in buona parte
proveniente dall’Emilia a sostenere i propri beniamini. Il terreno di gioco è
indegno per la serie A, con un manto erboso in pessime condizioni, molto
fangoso e con le linee di demarcazione praticamente invisibili. L’ accoglienza
riservata agli ospiti non è stata certo una delle migliori essendo chiuso anche
l’unico punto di ristoro.
Le due squadre si affrontano a viso aperto e la prima a muovere il tabellone è stata il Piacenza grazie a un calcio piazzato ben trasformato da Biffi. Appare subito evidente la caratteristica che sarà il leitmotiv di tutta la partita: lombardi più veloci e organizzati con i 3⁄4, emiliani più potenti fisicamente con il reparto degli avanti. In veloce sequenza entrambe le squadre vanno a marcare sotto i pali, ma la modalità è differente. Milano buca facilmente la difesa piacentina, mentre il Piacenza arriva a destinazione grazie a una devastante azione di Macala, che di potenza riesce a fare 60 metri vincendo diversi tentativi di placcaggio. Altri due calci piazzati portano il Piacenza avanti 10-16 e Macala si segnala ancora come una spina nel fianco della difesa avversaria.
A tempo scaduto
dormita colossale emiliana che consente al mediano di mischia dei lombardi di
andare a segnare dopo aver fortunosamente raccolto l’ovale uscito di una
mischia dominata dagli ospiti. Scorrono i minuti e gli avanti biancorossi
diventano sempre più dominanti, ma la linea arretrata è in forte difficoltà.
Non riesce ad organizzarsi nelle fasi di attacco e risulta troppo facilmente
perforabile in difesa. È lampante la maggior velocità di organizzazione di
Milano, che cerca sempre di giocare ogni calcio al suo favore creando non pochi
grattacapi al Piacenza sempre in ritardo nel riposizionarsi. A metà della
seconda frazione di gioco, un potente avanzamento da touche riesce a portare in
meta il pacchetto di mischia piacentino con trasformazione di Biffi. Di nuovo i
3⁄4 lombardi giungono a destinazione e subito dopo il Piacenza accorcia la
distanza con un calcio. Mancano 10 minuti al termine della gara, fino ad ora
proseguita punto a punto, e due ingenuità del Piacenza consentono a Milano di
marcare altre due mete, di cui una trasformata. In positivo la prova del
pacchetto di mischia, con Lekic colossale che riesce a portare avanti un numero
incredibile di palloni e Cornelli sempre punto di riferimento in ogni zona del
campo. Anche nella rimessa laterale si sono visti grandi miglioramenti che
hanno garantito un buon numero di palloni da giocare. Le mischie chiuse sono
diventate, col passare dei minuti, sempre più controllate dalla formazione di
coach Forte.
Il cuore biancorosso più generoso che mai ha provato fino la fine a non cedere
di fronte agli attacchi avversari. Un plauso ai nostri ragazzi anche se da oggi
avranno da imparare: manca qualche “malizia” e la necessità di un migliore
livello di attenzione e velocità di esecuzione, quel gradino che permette di
competere per le zone alte della classifica.
(Paolo
Fernandi)
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