L'esperienza di Kelemenic al servizio del Comitato
Fvg
Autore: Marco
Bernobich.
Sergio Kelemenic: triestino, classe 1970, già scudettato da atleta con la Benetton e in finale scudetto con le Red Panthers trevigiane da allenatore, è stato nominato dal Comitato Fvg della palla ovale come tecnico di sostegno per il progetto Under 17 d’interesse regionale e figura di supporto ai club nell’attività specifica degli avanti.
Parliamo
di mischia chiusa e touche?
Sì, e non solo: una
grande attenzione va prestata ai movimenti senza palla, e cioè al dove sono e
cosa devo fare. Se consideriamo una statistica sintetica, giocando 70’, la
media di possesso palla è di 2 minuti a persona. Si deve quindi lavorare sempre
in maniera organica, a livello di squadra, per evitare il rischio di diventare
prevedibili e quindi poco efficaci. In tal senso risulta molto utile la
capacità di nascondere le attenzioni e “ingannare”, sportivamente parlando, le
aspettative dell’avversario.
Riguardo
la struttura degli allenamenti, c’è differenza tra quelli del singolo club e
quelli svolti a livello regionale?
Nel progetto
federale in atto si può operare focalizzandosi su singoli skill, mentre a
livello di singole società bisogna lavorare sempre su tutti gli aspetti.
Inoltre, sempre a livello di club, bisogna fare i conti con le assenze ai
singoli allenamenti, che quindi vanno volta per volta rimodellati in corso d’opera.
Qual
è lo stato dell’arte in Friuli Venezia Giulia?
Gennaio è stato un
mese di stop per le nostre attività federali, ora siamo pronti alla ripartenza,
e in regione ci sono buone risorse. Abbiamo un notevole margine di
miglioramento e molta carne al fuoco. C’è una crescita evidente anche in virtù
delle nuove iniziative della Federazione nazionale, come i nuovi poli creati e
le società tutor, nonché grazie alla collaborazione con il Comitato del Veneto.
Per quel che riguarda gli Under 17, oltre alla dozzina attualmente di interesse
regionale, da febbraio inizieremo anche a concentrarci sui 2006, per portare il
gruppo a 28 elementi e lavorare con loro nella maniera più completa possibile.
E’ più importante allenare gli skill tecnici o il lato mentale?
Entrambi gli
aspetti sono importanti. La parola chiave, per me, è “attitudine”. Venire
all'allenamento, ascoltare, voler crescere, mettendo da parte la propria
individualità in funzione dell’interesse del gruppo. Non solo per diventare un
campione, come atleta, ma anche perché in uno sport di squadra, non basta il
top-player: è l’intero sistema a dover evolversi. Quasi a escludere l’ego dei
singoli a favore dell’ego del team, che alla lunga fa la differenza.
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