Dieci Anni
Di Amore Per Il Rugby E Una Passione Da Trasmettere Ai Più Piccoli, Agostino
Minniti Si Racconta: “Ai Ragazzi Insegno L’uguaglianza, Tutti Sono Importanti
Per La Squadra”.
Nella famiglia del Sanremo Rugby c’è un amore che nel 2022 festeggerà il
decimo anniversario. La scintilla tra Agostino Minniti e il mondo del rugby è
scoccata nel 2012 e, da allora, i due sono inseparabili.
Oggi Agostino, 32 anni, è un giocatore del Monaco e disputa il campionato
francese oltre a essere allenatore delle selezioni giovanili Under 9 e Under 7
del Sanremo Rugby. Incontrarlo e intervistarlo è l’occasione per fare il punto
sul lavoro con i più piccoli in un periodo non certo semplice nell’approccio
allo sport e al campo, ma la voglia è tanta e aiuta a superare ogni difficoltà.
Lei allena i più piccoli, come
ci si approccia a bimbi che per la prima volta sperimentano il mondo del rugby?
“Sono vogliosi di imparare e di
crescere, imposto l’allenamento sul piano del gioco con tanti esercizi anche
brevi, a quell’età serve coinvolgerli stimolando la loro attenzione. Mi piace
proporre giochi o attività extrarugbistiche, ma anche esercizi fisici di
ginnastica per lavorare sulla motricità che alla loro età è un passaggio
importante. Lavoriamo con esercizi non per forza legati al mondo del rugby o
anche con giochi come rincorrersi o effettuare percorsi e circuiti, prepariamo
i bambini con la giusta impostazione per strutturarsi nel tempo”.
Quanto è importante il rapporto
con le famiglie?
“Mi piace comunicare alle
famiglie che lo sport è importante, specie in questo momento storico, per la
crescita dei figli. Tra i bimbi di questa generazione ci sono problemi legati
all’obesità, tanti non sono preparati o hanno doti fisiche basse siccome ormai
non si gioca più nei parchi come un tempo. Passano molto tempo in casa davanti
ai videogiochi e la parte fisica ne risente. Noi capiamo che loro si divertono
molto e trasmettiamo le loro sensazioni ai genitori”.
Quali valori vuole trasmettere
ai suoi piccoli atleti?
“È un aspetto che curo
profondamente e, essendo giocatore, mi tocca da vicino. Ho imparato, dentro e
fuori dal campo, il valore dell’uguaglianza, non ci sono differenze di sesso,
nazionalità, idee, provenienza. Siamo tutti uguali, voglio trasmettere
l’importanza di non discriminare nessuno, tutti sono importanti per la squadra.
Insegno il valore della squadra e l’appartenenza alla società senza mai
dimenticare il rispetto per l’arbitro e per l’avversario”.
Tra gli Under7 si vede già una
eventuale vocazione rugbistica o per il momento vince la voglia di divertirsi e
crescere insieme?
“Si possono già intravedere
alcune doti, soprattutto tra i più grandi ci sono alcuni ragazzi che sono
portati per il gioco del rugby, mentre alcuni hanno iniziato da poco e stanno
sviluppando le doti per diventare giocatori. Da piccoli è ancora difficile
scegliere che cosa si vuole fare nella vita, ma se ci si impegna si possono
ottenere buoni risultati. La soddisfazione maggiore arriva quando li schieri
tutti insieme e hanno il senso della squadra, sentono appartenenza”.
Come sta andando la stagione in
corso e quali sono le sue prospettive per il futuro con il Sanremo Rugby?
“Abbiamo avuto qualche problema
nell’ultimo periodo con le quarantene e le positività, ma siamo tutti uniti e i
numeri per il momento sono buoni. Cerchiamo di non perderli e di stare vicini
sia ai bimbi che alle loro famiglie. Per il futuro l’obiettivo è avere sempre
più bambini e giocare qualche partita in più se il covid ce lo permetterà. Noto
che quando c’è una gara all’orizzonte i ragazzi sono sempre ben disposti per
giocarla”.
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