domenica 8 gennaio 2017

 
E’ finito il 2016 anno intenso e, come spesso capita alla Capitolina, ricco di risultati sportivi ma non solo di quelli.
E’ stato l’anno del ventennale, ed i festeggiamenti si sono conclusi con un bellissimo dono: il libro che racchiude foto, testi, numeri e commenti dei primi venti anni del nostro Club.
Leggere e vedere quello che si era e quello che si è diventati è un’entusiasmante tuffo nel passato, che però ci proietta subito nel domani. E’ importante vivere il presente, analizzare il passato e proiettarsi nel futuro, ma senza ansia né con frenesia. Alcune volte ci siamo detti “però godiamoci e festeggiamo questo risultato, poi penseremo al resto”, un giusto ed equilibrato atteggiamento. Così questo 2016 ci ha visto festeggiare e celebrare la Capitolina come Club e le tante persone che la hanno vissuta e cresciuta; come nella splendida serata del 2 luglio, la cena di gala del ventennale, uno dei momenti istituzionali meglio organizzati in questi anni, carico di gioia nell’incontrare tanti “fondatori”, Soci ed amici, così come ricco di momenti emozionanti.
Ma cosa sarà la Capitolina nel prossimo futuro? Facile rispondere: sicuramente la stessa se intendiamo l’insieme della sua “filosofia”, dei propri “valori” e di quella “visione” che, sin dal 1996, ha mosso il tutto. Però sarà anche diversa perché una dote del Club è quella di innovarsi continuamente, senza perdere la propria natura e principi, rimanendo in questa maniera competitiva nei vari ambiti strategici.
In questa stagione sono scese in campo il maggior numero di squadre agonistiche mai schierate: i due XV seniores, i due della U16 ed U18, i tre U14 e… la squadra femminile seniores. Sicuramente quest’ultima ha anticipato, per concause esterne, un processo “al femminile” che il Club aveva avviato sentendo il momento come propizio e avendo la possibilità di concentrare risorse sul tema. Questa accelerazione crea però una grande opportunità: quella di iniziare anche in questo ambito a porsi obiettivi ambiziosi legati alla formazione, quindi non solo un tentativo, un esperimento, bensì un vero e proprio “programma”.
Così dopo le mamme del Flag che hanno ed avranno sempre il merito di essere state le prime, ormai ogni giorno il campo è frequentato da bambine, ragazze e donne, in una mescolanza di generi che è diventata consuetudine, ma non lo era certo fino a solo due anni fa. Un grande arricchimento culturale per il Club, una grande vetrina per il rugby femminile che in Italia deve sicuramente ancora “sdoganarsi” nonostante i successi della Nazionale. Sicuramente la Capitolina darà il proprio forte contributo al movimento italiano, come è avvenuto  ed avviene per il settore maschile, in giocatori/ici, allenatori/ici, in dirigenti (qui non c’è declinazione al femminile) ed in idee.

 Pensando al futuro come non parlare di un “terzo XV seniores”? Ormai i numeri ci sono quasi (con oltre 110 giocatori tesserati e frequentanti) grazie al livello di fidelizzazione al Club anche in quella fase che per tanti, soprattutto nelle grandi metropoli, è momento di abbandono, ossia il passaggio dal settore giovanile a quello degli adulti. Merito del valore dell’appartenenza su cui tanto si ragiona e si opera, merito del lavoro degli allenatori e dirigenti intenti a “non perdere nessuno”. Merito del clima positivo che hanno instaurato tra loro i ragazzi e gli uomini (dai 17 ai quasi 40…), clima che permette di inserirsi senza troppe ansie, sapendo che ognuno ha un ruolo ed un compito, giovani e “meno giovani”. Un terzo XV che permetterà anche a chi non riesce a tenere ritmi non solo della serie A ma neanche della serie B (che sempre 5 volte a settimana si allena) di poter giocare a rugby indossando la maglia del Club. Infine nel prossimo futuro un’ulteriore sfida: quella del passaggio all’attività non agonistica dei primi giocatori nati in Capitolina che, speriamo il più tardi possibile, finiranno di giocare un rugby agonistico. Ecco questa è una ulteriore grande opportunità, non solo far rimanere “attaccati” al Club i propri giocatori dal punto di vista sentimentale ed emotivo, perchè sicuramente lo saranno. Ma fare in modo che continuino a frequentare con continuità il campo dell’Unione, nella veste di allenatori alcuni, di accompagnatori o dirigenti altri, di Soci tutti!!! Così servirà lavorare sin da oggi a questo, partendo dal principio e dalla visione, per passare poi alla parte formale del sistema “associativo” ed infine a quella organizzativa di attività, ruoli e compiti. Ecco un altro bell’obiettivo: tra dieci anni raggiungere il numero, che oggi sembra distantissimo, di 1.000 Soci del Club. Chi vuole scommettere che la Capitolina riuscirà anche in questa impresa?

 Buon 2017 a tutti.

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