mercoledì 7 ottobre 2015



Il rugby piemontese, il rugby “tutto”, nel giro di pochi giorni è stato colpito da un doppio lutto. L’altro giorno è mancata prematuramente, a soli cinquantanni, Luisella Affer, moglie dell’ex rugbista del Novi Rugby, Pier Pagano. E’ stata Luisella per decenni ha seguire il “suo” amato Pier su tutti i campi del Nord Italia. Ha creato l’ORSETTO, il primo simbolo ufficiale del club biancoverde,  e poi  LA TORRE sul pallone ovale quando è rinata l’attività a Novi Ligure.







 Altro lutto è stato il decesso di Ivo Raiteri, ex nazionale azzurro anni 60, una vita dedicata al rugby dell’Alessandria e del Novi Rugby. L’amico Ruggero Rizzi, ora presidente onorario dei Lions Tortona, lo vuole ricordare con qualche pensiero, e noi pubblichiamo volentieri sperando di fare cosa gradita soprattutto ai suoi cari.    
PERSONAGGI COME IVO, nel mondo ovale, sono irripetibili. Solo chi l’ha conosciuto, ed in buona parte io ho avuto questa fortuna, ne puo’ apprezzare la sua unicità. Parlare di passione, volontà, impegno, sarebbe riduttivo anche nel poterla idealmente quantificare perchè Ivo, nei suoi 60 anni e passa vissuti nel mondo rugbistico piemontese fin dagli albori, ed in particolare quello alessandrino, ne diventa un punto di riferimento: in tutte le circostanze. Lui c’era sempre. Lui ed il suo carattere. Carattere che tanti di noi giudicavano talvolta eccessivo nel suo modo di contestare, confutare e spesso contraddire situazioni federali  e non solo regionale. Guai a penalizzargli il settore giovanile, che Ivo anteponeva a tutto. E qui il suo spirito guerriero, e le ragioni che anteponeva, spesso avevano la meglio. Tanti, parecchi di coloro che stanno leggendo lo annoverano come il loro primo allenatore, quando erano prima ragazzini, e poi titolari delle loro prime squadre. Molti sono gli episodi, talvolta curiosi, in questo suo battagliare e che alla fine vedeva lui avere ragione. A proposito di storie ed anedotti posso ricordarne parecchi. Alcuni paradossali e rigorosamente veri e documentati, altri semplici e di una genuinità che, finalmente, lasciavano trasparire il suo vero carattere: corteccia dura ma animo buono, fino alla gentilezza. Mi riaffiorano e cito a caso... Ivo, tra i pochi giocatori del “perdono”,siamo agli inizi degli anni 60.    Quei giocatori, piemontesi, che per spirito unicamente sportivo andarono a giocare alcune partite di “rugby XIII” in Savoia. In treno, e a loro spese come si usava allora. Ma che la nostra federazione punì con la radiazione, poichè quel gioco era ritenuto professionistico: cosa proibita per i tesserati FIR di quel tempo. Quando il presidente Fais li convoco’ per un incontro chiarificatore (Torino, Bar Platti, Corso V. Emanuele) in seguito alla “domanda di grazia” presentata, questi fu, o voleva essere, irremovibile nel comminare la radiazione. La prima delle tante sedie che iniziarono a volare in quella saletta, fu proprio quella di Ivo. Poi ad animi piu’ tranquilli, fu rivisto il “caso” e radiazione non cifu. Conservo ancora l’articolo della Gazzetta dello Sport.
Coppa del Mondo 1995, quello di Mandela in Sud Africa dove mi trovavo, anche, per lavoro e seguii le partite dell’Italia. East London, la cittadina dove si disputo’ l’incontro Italia Argentina, vinta dall’Italia. La sera prima passeggiavo fuori dall’hotel. Freddo, vento. Lungomare chilometrico e deserto, e le raccomandazioni del personale di non allontanarmi troppo. Dal nulla e dal buio ecco apparire tre figure. Raggiungo per mia sicurezza l’entrata dell’albergo e queste si avvicinano velocemente.... era Ivo con altri due alessandrini, partiti quasi all’avventura dall’Italia, ma non trovavano l’albergo prenotato dall’agenzia (...chiuso da anni ndr) e riuscirono a sistemarsi dove alloggiavo. Due giorni dopo, lo presentai al pub dell’Hamilton Rugby Club dove stavano programmando l’incontro Old. Ivo capì al volo di cosa stavano parlando, e con un inglese misto francese mandrogno, disse e si fece capire dall’organizzazione che “mi jò purtà la ròba”. Scarpe, calzoncini e calzettoni del DLF puliti e stirati nel suo bagaglio. Giocò – e anche bene – nel secondo tempo. Aveva già diversi capelli bianchi e alla fine della partita, il capitano della squadra avversaria si lamentava perchè gli Under 45 non avrebbero dovuto giocare,  Ivo li aveva superati invece da quasi due lustri.... Era il tempo dove non esistevano ancora i “selfie” ma conservo adesso ancora piu’ gelosamente una foto di quei momenti ora diventati indimenticabili. Una delle ultime volte l’ho visto una domenica pomeriggio al “vernissage” della prima partita ufficiale del neonato Derthona Rugby (poi Lions Tortona Rugby). Pochi sparuti spettatori prevalentemente familiari dei tortonesi. Piu’ distante, insiema al mito Zucconi, c’era Ivo, e nel salutarlo mi disse la sua frase che per me era diventato un suo motto: “ J sùma sempre Ruggero!”

(nella foto del Dlf Alessandria, Ivo Raiteri è il primo da destra in piedi)

Poche settimane fa, all’allenamento congiunto delle giovanili Alessandria/Tortona era a bordocampo di via Brigata Ravenna ad osservare attento e senza lesinare consigli ad alta voce.... criticando (riecco il suo carattere) la carenza di fondamentali dei ragazzini.... Mi regalò quel simpatico biglietto da visita di qualche anno prima: “ Ivo Raiteri – Settore giovanile Dlf Alessandria” dove sotto il logo della Società, appariva scritto come motto “ J sùma sèmpre.”

Ce ne sarebbero ancora tante storie: un libro sulla sua vita ovale non basterebbe a narrali tutti. Ora invece, amico mio, quando arrivi lassù e decidi con gli altri “veci” che ti aspettavano, di organizzare una partita, non preoccuparti dei cartellini, dell’età, dell’arbitro che come al solito capisce poco. Nooo lassù interessa che ora ci sei anche tu.... e che “J sùma sempre.” Stavolta per sempre. Riposa sereno IVO.

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