Il rugby piemontese, il rugby
“tutto”, nel giro di pochi giorni è stato colpito da un doppio lutto. L’altro
giorno è mancata prematuramente, a soli cinquantanni, Luisella Affer, moglie
dell’ex rugbista del Novi Rugby, Pier Pagano. E’ stata Luisella per decenni ha
seguire il “suo” amato Pier su tutti i campi del Nord Italia. Ha creato
l’ORSETTO, il primo simbolo ufficiale del club biancoverde, e poi LA
TORRE sul pallone ovale quando è rinata l’attività a Novi Ligure.
Altro lutto è
stato il decesso di Ivo Raiteri, ex nazionale azzurro anni 60, una vita
dedicata al rugby dell’Alessandria e del Novi Rugby. L’amico Ruggero Rizzi, ora
presidente onorario dei Lions Tortona, lo vuole ricordare con qualche pensiero,
e noi pubblichiamo volentieri sperando di fare cosa gradita soprattutto ai suoi
cari.
PERSONAGGI COME IVO, nel mondo ovale,
sono irripetibili. Solo chi l’ha conosciuto, ed in buona parte io ho avuto
questa fortuna, ne puo’ apprezzare la sua unicità. Parlare di passione,
volontà, impegno, sarebbe riduttivo anche nel poterla idealmente quantificare
perchè Ivo, nei suoi 60 anni e passa vissuti nel mondo rugbistico piemontese
fin dagli albori, ed in particolare quello alessandrino, ne diventa un punto di
riferimento: in tutte le circostanze. Lui c’era sempre. Lui ed il suo
carattere. Carattere che tanti di noi giudicavano talvolta eccessivo nel suo
modo di contestare, confutare e spesso contraddire situazioni federali e non solo regionale. Guai a penalizzargli il
settore giovanile, che Ivo anteponeva a tutto. E qui il suo spirito guerriero,
e le ragioni che anteponeva, spesso avevano la meglio. Tanti, parecchi di
coloro che stanno leggendo lo annoverano come il loro primo allenatore, quando
erano prima ragazzini, e poi titolari delle loro prime squadre. Molti sono gli
episodi, talvolta curiosi, in questo suo battagliare e che alla fine vedeva lui
avere ragione. A proposito di storie ed anedotti posso ricordarne parecchi.
Alcuni paradossali e rigorosamente veri e documentati, altri semplici e di una
genuinità che, finalmente, lasciavano trasparire il suo vero carattere:
corteccia dura ma animo buono, fino alla gentilezza. Mi riaffiorano e cito a
caso... Ivo, tra i pochi giocatori del “perdono”,siamo agli inizi degli anni
60. Quei giocatori, piemontesi, che per
spirito unicamente sportivo andarono a giocare alcune partite di “rugby XIII”
in Savoia. In treno, e a loro spese come si usava allora. Ma che la nostra
federazione punì con la radiazione, poichè quel gioco era ritenuto
professionistico: cosa proibita per i tesserati FIR di quel tempo. Quando il
presidente Fais li convoco’ per un incontro chiarificatore (Torino, Bar Platti,
Corso V. Emanuele) in seguito alla “domanda di grazia” presentata, questi fu, o
voleva essere, irremovibile nel comminare la radiazione. La prima delle tante
sedie che iniziarono a volare in quella saletta, fu proprio quella di Ivo. Poi
ad animi piu’ tranquilli, fu rivisto il “caso” e radiazione non cifu. Conservo
ancora l’articolo della Gazzetta dello Sport.
Coppa del Mondo 1995, quello di
Mandela in Sud Africa dove mi trovavo, anche, per lavoro e seguii le partite
dell’Italia. East London, la cittadina dove si disputo’ l’incontro Italia
Argentina, vinta dall’Italia. La sera prima passeggiavo fuori dall’hotel.
Freddo, vento. Lungomare chilometrico e deserto, e le raccomandazioni del
personale di non allontanarmi troppo. Dal nulla e dal buio ecco apparire tre
figure. Raggiungo per mia sicurezza l’entrata dell’albergo e queste si
avvicinano velocemente.... era Ivo con altri due alessandrini, partiti quasi
all’avventura dall’Italia, ma non trovavano l’albergo prenotato dall’agenzia
(...chiuso da anni ndr) e riuscirono a sistemarsi dove alloggiavo. Due giorni
dopo, lo presentai al pub dell’Hamilton Rugby Club dove stavano programmando
l’incontro Old. Ivo capì al volo di cosa stavano parlando, e con un inglese
misto francese mandrogno, disse e si fece capire dall’organizzazione che “mi jò
purtà la ròba”. Scarpe, calzoncini e calzettoni del DLF puliti e stirati nel
suo bagaglio. Giocò – e anche bene – nel secondo tempo. Aveva già diversi
capelli bianchi e alla fine della partita, il capitano della squadra avversaria
si lamentava perchè gli Under 45 non avrebbero dovuto giocare, Ivo li aveva superati invece da quasi due
lustri.... Era il tempo dove non esistevano ancora i “selfie” ma conservo
adesso ancora piu’ gelosamente una foto di quei momenti ora diventati
indimenticabili. Una delle ultime volte l’ho visto una domenica pomeriggio al
“vernissage” della prima partita ufficiale del neonato Derthona Rugby (poi
Lions Tortona Rugby). Pochi sparuti spettatori prevalentemente familiari dei
tortonesi. Piu’ distante, insiema al mito Zucconi, c’era Ivo, e nel salutarlo
mi disse la sua frase che per me era diventato un suo motto: “ J sùma sempre
Ruggero!”
Poche settimane fa, all’allenamento
congiunto delle giovanili Alessandria/Tortona era a bordocampo di via Brigata
Ravenna ad osservare attento e senza lesinare consigli ad alta voce....
criticando (riecco il suo carattere) la carenza di fondamentali dei
ragazzini.... Mi regalò quel simpatico biglietto da visita di qualche anno
prima: “ Ivo Raiteri – Settore giovanile Dlf Alessandria” dove sotto il logo
della Società, appariva scritto come motto “ J sùma sèmpre.”
Ce ne sarebbero ancora tante storie:
un libro sulla sua vita ovale non basterebbe a narrali tutti. Ora invece, amico
mio, quando arrivi lassù e decidi con gli altri “veci” che ti aspettavano, di
organizzare una partita, non preoccuparti dei cartellini, dell’età,
dell’arbitro che come al solito capisce poco. Nooo lassù interessa che ora ci
sei anche tu.... e che “J sùma sempre.” Stavolta per sempre. Riposa sereno IVO.
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