LA CARLI CUP: IN PALIO LA STORIA DEL RUGBY VERONESE
Una tradizione sportiva veronese che risale ormai a oltre quindici anni
fa, un omaggio a un padre nobile del rugby veronese, un esempio di competizione
sportiva intensa e rispettosa, uno stimolo per vincere una partita diversa da
tutte le altre: tutto questo è la Carli Cup.
Con il Derby che si avvicina,
sale la voglia di scendere in campo e di riconquistare la Carli Cup. Ma qual’è
l’origine di
questa tradizione sportiva veronese? L’abbiamo chiesto a Davide
Adami, vicepresidente del Verona Rugby, presidente del CUS e memoria storica
del rugby scaligero.
“Carli”
Ranzato, tra Valpo e CUS.
Inaugurata nella stagione
2007/2008, la Carli Cup è ormai una tradizione sportiva consolidata a Verona.
Il trofeo, in palio ogni anno tra Verona e Valpolicella, è nato come un omaggio
a Carlo
“Carli” Ranzato, provveditore degli studi a cui va il merito di
aver supportato attivamente la cultura sportiva, e in particolare rugbistica,
della nostra città.
Originario di Rovigo e grande
appassionato della palla ovale, Carli è sempre stato ugualmente vicino alle
due squadre veronesi, a riprova di ciò è simbolica la divisione
persino familiare tra le società: con il figlio Andrea che si è distinto
come giocatore e dirigente al Cus e il nipote Marco Previato che ha
seguito lo stesso percorso al Valpolicella. A tenere viva la passione familiare
per il derby ha contribuito anche la moglie Renata, venuta a mancare qualche
tempo fa, e le figlie Vittoria e Alberta, sempre sugli spalti quando il trofeo
è in palio.
Non c’era figura più indicata,
dunque, per dare il nome a un trofeo conteso tra due società amiche,
unite da un passato comune e da una rivalità forte, fatta da una condivisone
di valori prima ancora che di territorio.
La coppa
dorata
Negli ultimi 16 anni ogni
stagione ha visto affrontarsi il Verona Rugby (prima CUS) e il Valpolicella in
campionato o in amichevoli organizzate per l’occasione, con l’obiettivo
guadagnare sul campo l’onore di ospitare per un anno la coppa: un ovale dorato che
riporta alla base una targhetta con il nome dei vincitori.
Una curiosità è
poi arrivata dallo storico presidente del Cus degli anni ’70 Renzo Benedetti:
“qualcuno ricorderà che la Carli Cup nei primi anni era argentata, ma una notte
sul campo di Parona - racconta l’ex dirigente - la coppa è caduta
danneggiandosi. Non trovando il colore argentato per ripararla, abbiamo deciso
di ridipingerla color oro, e da allora è rimasta così: unica.”
Ricordi di
derby
Una storia fatta di campanilismo,
di grandi sfide leali e combattute che mettono a confronto due modi di vivere
il rugby diversi ma ugualmente intensi e genuini.
Un bel ricordo è legato alla
partita del gennaio 2013, giocata sotto la pioggia sul campo di San Pietro in
Cariano e pareggiata all’ultimo istante dal Verona con una meta al largo
segnata da Pizzardo in extremis a fissare il risultato sul 10-10. In quel caso
la coppa rimase al Verona, un po’ come succede con le cinture dei pugili in
caso di parità.
È dell’anno scorso invece il primo
ricordo “doloroso”, con il Valpolicella che è riuscito ad
aggiudicarsi la Carli Cup per la prima volta nella sua storia, per di più sul
campo dei rivali al Payanini Center.
Gli antracite arrivano dunque al
derby con una grande voglia di rivalsa: devono
iniziare l’anno col piede giusto dopo le difficoltà incontrate negli ultimi
incontri del 2022, e soprattutto vogliono riportare a casa, dopo un anno di
assenza, la coppa di Carli, per scrivere un nuovo capitolo della storia del
rugby veronese.
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