Che emozioni forti abbiamo vissuto
mercoledì!
È
passato appena un mese dal nostro ingresso all’ICATT di Eboli, ma si è formata
già una squadra, col suo capitano, in grado di autogestire un allenamento: gli #Indios, passati in poche settimane dal prendersi in
giro sugli errori, a sostenere i compagni che li commettevano, rassicurandoli e
incoraggiandoli. Una squadra capace mercoledì di mettere in pratica quanto
imparato finora, dagli esercizi più semplici fino ai placcaggi, nonostante
l’emozione di avere per la prima volta un pubblico sugli spalti. Ma, in fondo,
chi è lì è abituato a cadere su campi duri e a doversi rialzare da solo.
Adesso, ogni Indio ha una squadra intera pronta a tendergli la mano per
aiutarlo a rimettersi in piedi, oltre la pena.
Più che un progetto, mercoledì abbiamo
presentato la realizzazione di un sogno, fortemente voluto da un grande
rugbista che ha sempre creduto negli ultimi, negli esclusi, nei bambini e nelle
persone a cui la vita non ha regalato campi verdi in erbetta, ma in cemento
armato: Silvano Minelli.
Ringraziamo tutte e tutti coloro che sono
stati con noi mercoledì e hanno contribuito all’avvio del progetto: Concetta
Felaco e Paolo Pastena, i due direttori che si sono avvicendati alla guida
dell’ICATT di Eboli, Rosamaria Caleca, funzionario della Casa di Reclusione di
Eboli, il referente del provveditorato regionale dell’amministrazione
penitenziaria della Regione Campania, Antonio Pagano, Daniela De Angelis e
Federica Mussuto dell’Ufficio Responsabilità Sociale della Federazione Italiana Rugby, il presidente FIR Campania Peppe Calicchio.
Ringraziamo infine i familiari e amici di
Silvano - Maria Pia, Jacopo, Luca, Maurizio, Fabrizio, Francesco – che hanno partecipato all’iniziativa, e Marco Picariello Art, autore dell’opera che ha dato un
volto al progetto (e che abbiamo dimenticato di citare nei post precedenti ).
Adelante Indios, oltre la pena!
Grazie Silvano.
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