Il rugby come lo intendiamo oggi, nasce ufficialmente nel 1823. Dovranno passare 64 anni prima che una donna potesse scrivere sul suo diario:
“Finalmente, è arrivata la mia occasione, mi hanno passato la palla: sento ancora il profumo dei cuoio bagnato e il rilievo del laccio della cucitura sotto le dita. Ho corso più veloce quando ho visto quel ragazzo
venire contro di me, l’ho schivato, il cuore batteva forte, le ginocchia quasi non mi reggevano, un ultimo scatto e ho schiacciato la palla a terra, oltre la linea, nel prato fangoso. Avevo segnato la mia meta”.
Emily Valentine, a 10 anni, fu la prima ragazza a poter giocare una partita di rugby e il suo diario, ritrovato di recente da una discendente, è custodito nel World Rugby Museum di Twickenham. Emily
sfidò per prima le regole sportive e della società dell'epoca
in una partita a Enniskillen, nella Portora Royal, la scuola dove
studiarono anche Oscar Wilde e Samuel Beckett.
Un gesto rivoluzionario dettato da forza, coraggio e passione
che hanno dovuto però attendere altri 100 anni affinché, la
Federazione Irlandese riconoscesse il rugby femminile che nacque ufficialmente nel
1990.
Quello di Emily è il primo caso documentato ma nella storia
del rugby e
soprattutto nella storia dell'affermazione femminile, sono
centinaia, migliaia, milioni le donne che hanno giocato le loro partite,
qualunque fossero, in incognito, a porte chiuse e senza trovare alcun
ascolto.
Oggi, giornata mondiale contro la violenza sulle donne, il
Sanremo Rugby vuole ricordare alcune delle prime bambine, donne e ragazze
che hanno lottato per raggiungere la loro meta: lo fa accostando le
foto ed i ritratti delle prime giocatrici alle rugbiste di oggi, come
messaggio ad
andare avanti, a non fermarsi mai di fronte ai 'no' e di
lottare sempre per i propri sogni.
Il rugby è unione, è condivisione e non ha pregiudizi: queste
sono le ragazze di oggi, che un domani diventeranno donne
consapevoli, non solo perché hanno scelto uno sport, ma per la possibilità di aver
potuto scegliere.
Forza Sanremo Rugby
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