Una
conclusione del GuinnessPRO14 2019/2020 con una vittoria per il Benetton
Rugby.
E nella seconda sfida agostana con le Zebre di ieri il pack
biancoverde ha fatto la differenza, con Marco Barbini che
da numero 8 ha sciorinato una partita costante e di alto livello tecnico, in
particolare nel breakdown e nella trasmissione dell’ovale.
Marco, la squadra era chiamata alla riscossa in
seguito alla sconfitta casalinga contro i Ducali e il successo è arrivato.
“Sì, un risultato che abbiamo cercato, abbiamo imparato la lezione e
abbiamo lavorato sugli errori. Comunque dopo un lungo stop tornare in campo
non è semplice, nonostante la voglia ci sia sempre stata, però avevamo
commesso troppi errori una settimana fa, soprattutto sulla disciplina.
Abbiamo avuto una settimana lunga in cui lavorare, ci è servito e abbiamo
portato a casa il risultato, anche se potevamo fare ancora meglio”.
La mischia ha fatto la differenza ieri sera.
“La mischia è stata la piattaforma da cui abbiamo creato la maggior
parte delle nostre azioni che dopo sono finite con una meta. Ci ha messo
sempre nel piede avanzante o comunque ci ha dato il respiro di cui avevamo
bisogno. Quindi sicuramente abbiamo migliorato la mischia, ma anche la
disciplina e la fisicità che era un po’ mancata la scorsa settimana. Bene
così. Ad ogni modo c’è molto da lavorare, siamo appena all’inizio“.
Monty Ioane è stato nominato man of the match, ma
anche te hai disputato un’ottima gara da numero 8.
“Ho fatto delle cose belle ma anche degli errori, però ci sta. Comunque
Monty (Ioane ndr) ha fatto delle cose incredibili che abbiamo visto anche nel
replay e nei maxischermi. Anche la prima linea ha fatto un lavoro
incredibile, un lavoro che parte da lì e termina con la bella azione. Tutti
quanti prima di entrare in campo ci siamo detti di mantenere un atteggiamento
positivo, con energia ed è ciò che si è visto in campo, quindi non possiamo
che essere contenti del risultato. Adesso abbiamo alcuni giorni liberi per
poi analizzare ciò che possiamo migliorare. Dopo, vediamo se ad ottobre si
ricomincia, e partire con il piede giusto“.
Che giudizio complessivo dai a questo ritorno al
rugby giocato dopo tanti mesi di interruzione?
“È stato comunque complicato. C’è stata una parte mentale che bisogna
considerare, insieme a una parte fisica visto che sono stati mesi in cui si è
rimasti a lavorare da soli a casa, poi si è tornati con il gruppo. Inoltre si
deve mettere in conto che in questo periodo solitamente facciamo amichevoli,
c’è molto caldo e non è molto facile giocare tutti gli 80 minuti ad alta
intensità, difatti si gioca di sera. Ci sono sempre più errori durante i
match di questo periodo, soprattutto con questo caldo. Perciò si può fare
sempre meglio, ma è un buon punto di partenza“.
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