"Alla prossima
insufficienza non vai più a rugby!"
(Una immagine dal ben noto Torneo Peppe Brucato di propaganda - foto C. Barchesi)
Si continua a sentir dire che lo sport sottrae tempo allo studio portando a
un cattivo rendimento scolastico. Soprattutto intorno ai 14 anni in cui
il carico di lavoro scolastico diventa
più pesante e praticare sport a livello agonistico non è visto di buon
occhio da molti professori della scuola superiore. Ma il rendimento di un
ragazzo o di una ragazza deve essere visto in maniera globale. Quello
scolastico è certamente di primaria importanza, ma deve essere sempre
integrato anche con quello extrascolastico.
Il rugby praticato a livello agonistico pretende, per ottenere risultati,
allenamenti faticosi, costanza e stagioni sportive impegnative. Per fare
questo viene stimolata la capacità di coordinare lo studio e lo sport,
fare programmi e rispettarli, apprendere sempre più la necessità del
rispetto delle regole, dell'avversario e dell'arbitro, imparare a gestire
le frustrazioni che porta una mancata convocazione o una sconfitta
inaspettata. Oltre al piacere di giocare con la palla ovale, l’atleta
apprende che solo attraverso una programmazione efficace e un paziente
lavoro quotidiano si possono ottenere risultati eccellenti. In campo come
tra i banchi di scuola.
Nata con l’obiettivo di avvicinare sempre più bambini e bambine al gioco
del rugby educandoli ai valori di questo sport e affiancando famiglia e
scuola nella formazione dei cittadini di domani, la Primavera Rugby,
società nata oltre 40 anni fa a Roma, fa del binomio sport-studio un suo
caposaldo.
“La categoria Seniores è considerata il punto di arrivo di un percorso
sportivo e formativo che inizia molti anni prima, per alcuni di loro
addirittura a 6 anni. Avere una percentuale così elevata di laureati in
questa categoria è la prova che è possibile conciliare lo studio con lo
sport praticato a livello agonistico. Tra loro c’è un ragazzo, giocatore in
attività, che ha iniziato a giocare da bambino e che ora, oltre a lavorare
e giocare, fa il medico di campo nelle occasioni in cui non è impegnato.
Credo sia qualcosa di speciale e prezioso” afferma Fabrizio Roscioli, Presidente U.S.
Primavera Rugby.
(Adriano Conti, foto sotto inserita da RUGBYTOTALE)
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