domenica 2 luglio 2017

QUESTO CAMPUS MULTISPORT, che si è concluso a Busalla in questo ultimo fine settimana di giugno, era il terzo organizzato dal Busalla Amatori Rugby ValleScrivia, curato principalmente da Gianni Pastrovicchio di Ronco Scrivia, e con la collaborazione di un valido staff.
“ Questo Sport Camp era dunque alla terza edizione – dice lo stesso dirigente e tecnico – abbiamo contato una presenza fissa di centodieci bambini per settimana, con la possibilità di confrontarsi, divisi per gruppi per varie fasce di età, in una decina di sport diversi. Durante una classica giornata hanno potuto provare direttamente sui campi o nelle palestre, o a cavallo nel maneggio per quel che riguarda l’ippica, tante attività sportive, molto diverse l’una dall’altra. I bimbi, agevolati dai pazienti educatori, si sono dedicati a costruire degli splendidi aquiloni, poi hanno potuto seguire una dimostrazione di cricket e di pattinaggio. Tre settimane vissute intensamente che lasceranno sicuramente un segno positivo a questi bambini.”
(da sin. Christian, Samuele Caneddu e Gianni Pastrovicchio)

CHRISTIAN CANEDDU, di Savignone, oltre che ad essere un genitore di un bimbo di nove anni che gioca nelle attività di propaganda, è uno dei tanti papà che collabora con il club del Busalla e segue le problematiche del club: “ Due anni fa mio figlio, Samuele – dice CANEDDU – scopri’ il rugby durante un’attività scolastica, e per lui fu una vera folgorazione. Questo sport gli è piaciuto immediatamente, è piaciuto a lui ed anche a me come genitore soprattutto per  l’ambiente che si è creato intorno a questa attività. A confronto con le altre precedenti esperienze posso confermare che senza dubbio è preferibile seguire il proprio figlio in questo particolare sport, dove alla fine si è tutti amici.  C’è l’unione tra i bimbi stessi, spontanea,  e in questi pochi giorni si consolidano le amicizie, i rapporti fra genitori poi è molto sereno e spontaneo, insomma si trascorre il tempo con tanta simpatìa.“
Ma arrivati a trattare l’argomento TERZO TEMPO non poteva non intervenire verbalmente il piccolo SAMUELE, presente durante i discorsi tra noi adulti: “ Infatti vorrei dire che tutte le squadre, e tutti i bambini che sono state organizzate da società diverse, alla fine delle partite si ritrovano seduti a tavola a mangiare, ed a fare amicizia.” E la spontaneità del bimbo traspare evidente in queste poche parole.

Rugby, ed in questo caso essendo Under 10 significa Minirugby, attività di propaganda in grande espansione anche in Liguria e anche se  c’è comunque un certo scontro fisico, da gran parte dei genitori è accolto molto bene: “Pur essendoci un evidente impatto fisico – riprende papà Christian -  e questo fa parte di questa attività sportiva, ma non c’è malizia ne cattiveria gratuita, soprattutto in queste categorie. Io da genitore sono molto contento di questa scelta fatta da mio figlio, approvata da me ed anche da mia moglie  ed inoltre cerchiamo di renderci utili come altri genitori per il bene del club e dei nostri piccoli, collaborando con gli stessi dirigenti e tecnici del team.”
Logicamente un poco in tutti i club è la stessa storia, ed i genitori dei bambini impegnati nelle attività di propaganda spesso rimangono coinvolti in seno ad una Società, rimanendo poi a disposizione di una Società anche quando il proprio figlio eventualmente smette di giocare o cambia Società.
“Personalmente mi auguro che da questi eventi giungano al club nuove leve – dice CANEDDU – e che alcuni genitori indecisi o timorosi comprendano che se il rugby è anche indubbiamente piu’ fisico di altri, esistono delle regole ben precise le quali puntano alla salvaguardia degli atleti, sia per i grandi che per i piccini. “

Ma inevitabilmente il piccolo SAMUELE, stimolato dall’inattesa intervista, interviene nuovamente sull’argomento: “Nel rugby sono puniti i placcaggi alti, molto pericolosi, e i passaggi del pallone in avanti. Il rugby non è fatto per vincere bensì per sostenere la propria squadra, ed è il capitano che deve parlare e istruire i propri compagni su quello che si deve fare in campo. E poi in campo chi vince la partita non è solo l’autore della meta, ma tutta la squadra. 

Importante poi è anche non fare mai arrabbiare l’arbitro!”  Dopo lo slancio di spontaneità del piccolo Samuele, uno dei tanti bimbi che praticano rugby in vallata, suo papà  Christian Caneddu valorizza le attività del club rossoblu impegnato nel sociale: “ Certo questo club si è impegnato costantemente nell’appoggiare le iniziative della Cooperativa Sociale  DIVER -  TIME, magari organizzando delle partite tra i nostri giovani e i loro, e in queste occasioni i nostri figli hanno potuto oltre che divertirsi comprendere alcuni importanti valori morali, altrimenti del tutto sconosciuti alla loro vita. “

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