QUESTO CAMPUS
MULTISPORT, che si è concluso a Busalla in questo ultimo fine settimana di
giugno, era il terzo organizzato dal Busalla Amatori Rugby ValleScrivia, curato
principalmente da Gianni Pastrovicchio di Ronco Scrivia, e con la
collaborazione di un valido staff.
“ Questo Sport Camp era
dunque alla terza edizione – dice lo stesso dirigente e tecnico – abbiamo
contato una presenza fissa di centodieci bambini per settimana, con la
possibilità di confrontarsi, divisi per gruppi per varie fasce di età, in una
decina di sport diversi. Durante una classica giornata hanno potuto provare
direttamente sui campi o nelle palestre, o a cavallo nel maneggio per quel che
riguarda l’ippica, tante attività sportive, molto diverse l’una dall’altra. I
bimbi, agevolati dai pazienti educatori, si sono dedicati a costruire degli
splendidi aquiloni, poi hanno potuto seguire una dimostrazione di cricket e di
pattinaggio. Tre settimane vissute intensamente che lasceranno sicuramente un
segno positivo a questi bambini.”
(da sin. Christian, Samuele Caneddu e Gianni Pastrovicchio)
CHRISTIAN CANEDDU, di
Savignone, oltre che ad essere un genitore di un bimbo di nove anni che gioca
nelle attività di propaganda, è uno dei tanti papà che collabora con il club
del Busalla e segue le problematiche del club: “ Due anni fa mio figlio,
Samuele – dice CANEDDU – scopri’ il rugby durante un’attività scolastica, e per
lui fu una vera folgorazione. Questo sport gli è piaciuto immediatamente, è
piaciuto a lui ed anche a me come genitore soprattutto per l’ambiente che si è creato intorno a questa
attività. A confronto con le altre precedenti esperienze posso confermare che
senza dubbio è preferibile seguire il proprio figlio in questo particolare
sport, dove alla fine si è tutti amici. C’è l’unione tra i bimbi stessi, spontanea, e in questi pochi giorni si consolidano le
amicizie, i rapporti fra genitori poi è molto sereno e spontaneo, insomma si
trascorre il tempo con tanta simpatìa.“
Ma arrivati a trattare
l’argomento TERZO TEMPO non poteva non intervenire verbalmente il piccolo
SAMUELE, presente durante i discorsi tra noi adulti: “ Infatti vorrei dire che tutte
le squadre, e tutti i bambini che sono state organizzate da società diverse,
alla fine delle partite si ritrovano seduti a tavola a mangiare, ed a fare
amicizia.” E la spontaneità del bimbo traspare evidente in queste poche parole.
Rugby, ed in questo
caso essendo Under 10 significa Minirugby, attività di propaganda in grande
espansione anche in Liguria e anche se c’è comunque un certo scontro fisico, da gran
parte dei genitori è accolto molto bene: “Pur essendoci un evidente impatto
fisico – riprende papà Christian - e
questo fa parte di questa attività sportiva, ma non c’è malizia ne cattiveria
gratuita, soprattutto in queste categorie. Io da genitore sono molto contento
di questa scelta fatta da mio figlio, approvata da me ed anche da mia moglie ed inoltre cerchiamo di renderci utili come
altri genitori per il bene del club e dei nostri piccoli, collaborando con gli
stessi dirigenti e tecnici del team.”
Logicamente un poco in
tutti i club è la stessa storia, ed i genitori dei bambini impegnati nelle
attività di propaganda spesso rimangono coinvolti in seno ad una Società,
rimanendo poi a disposizione di una Società anche quando il proprio figlio
eventualmente smette di giocare o cambia Società.
“Personalmente mi
auguro che da questi eventi giungano al club nuove leve – dice CANEDDU – e che
alcuni genitori indecisi o timorosi comprendano che se il rugby è anche
indubbiamente piu’ fisico di altri, esistono delle regole ben precise le quali
puntano alla salvaguardia degli atleti, sia per i grandi che per i piccini. “
Ma inevitabilmente il
piccolo SAMUELE, stimolato dall’inattesa intervista, interviene nuovamente
sull’argomento: “Nel rugby sono puniti i placcaggi alti, molto pericolosi, e i
passaggi del pallone in avanti. Il rugby non è fatto per vincere bensì per
sostenere la propria squadra, ed è il capitano che deve parlare e istruire i
propri compagni su quello che si deve fare in campo. E poi in campo chi vince
la partita non è solo l’autore della meta, ma tutta la squadra.
Importante poi è anche non fare mai
arrabbiare l’arbitro!” Dopo lo slancio
di spontaneità del piccolo Samuele, uno dei tanti bimbi che praticano rugby in
vallata, suo papà Christian Caneddu
valorizza le attività del club rossoblu impegnato nel sociale: “ Certo questo
club si è impegnato costantemente nell’appoggiare le iniziative della
Cooperativa Sociale DIVER - TIME, magari organizzando delle partite tra i
nostri giovani e i loro, e in queste occasioni i nostri figli hanno potuto oltre
che divertirsi comprendere alcuni importanti valori morali, altrimenti del
tutto sconosciuti alla loro vita. “
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