I giovani
talenti scelgono la filosofia CUS Torino Rugby: ecco i ragazzi che sia uniranno
al team biancoblù
Talenti giovani con il desiderio di venire a giocare e a
studiare sotto la Mole. Non cambia la filosofia del CUS Torino, nel suo ruolo
di supporto ai ragazzi più promettenti. L'obiettivo è di assicurare loro un
pezzo di futuro, attraverso una solida preparazione universitaria che
garantisca loro di avvicinarsi nel miglior modo possibile al lavoro e di
praticare rugby ad alti livelli. Il Progetto Agon, unico progetto sul territorio
nato dalla collaborazione della Polisportiva più grande d'Italia con il
Politecnico e l'Università degli Studi di Torino, ha messo in
palio quest'anno 24 borse di studio e ben sette
sono state assegnate a rugbisti. Un vero record. Si tratta del centro Andrea
Caputo, del pilone Antonio Barducci, del terza linea Piergaspare Spinelli, del
seconda linea Edoardo Toresi, del terza linea Carlo Maria Mori, del seconda
linea Stefano Fatica e del mediano di mischia Elia Mantelli. Spinelli, Toresi,
Fatica e Mantelli erano già in forza al CUS Ad Maiora Rugby 1951, mentre
Caputo, Barducci e Mori sono tre dei cinque volti nuovi a disposizione di coach
Lucas D'Angelo e del suo vice Luis Otaño, in vista della stagione dell'atteso
ritorno in serie A. A loro si aggiungono il mediano di apertura Giovanni
Grillotti e l'estremo Francesco Failla.
Antonio
Barducci, che sosterrà i test d'ingresso a Scienze Motorie, risiede a
Livorno, ma è nato il 15 settembre 1996 ad Antananarivo, in Madagascar. È venuto
in Italia nel 2002, per tornare in patria nel 2006 e rientrare definitivamente
a Livorno nel 2008. Ha conosciuto la palla ovale nel 2005 a Sesto Fiorentino,
dove viveva con la famiglia. «Nel 2008 - ricorda - ho iniziato l'attività nei
Lions Amaranto Livorno. Nel 2012 sono entrato nell'Accademia zonale di Roma e
l'anno successivo in quella di Prato. Sono stato nella Nazionale Under 17, con
la quale abbiamo affrontato in trasferta i pari età di Inghilterra e Francia,
nell'Under 18, con cui ho svolto una tournée estiva in Sud Africa, con test
match contro i coetanei di Francia e Irlanda, in Under 19, con un altro tour in
Sud Africa contro le squadre provinciali, e in Under 20, con un'attività contro
la Leinster Academy».
Dal 2014 milita in serie A:«Ho fatto due stagioni
all'Accademia "Ivan Francescato", disputando rispettivamente nove e
tredici match, e la scorsa all'Aquila Rugby, andando in campo in 22 gare su 22,
dieci delle quali da titolare, con due mete all'attivo. Mi è rimasto nel cuore
il debutto in serie A con l'Accademia, avvenuto a febbraio, dopo che a
settembre mi ero infortunato alla mano sinistra. Nonostante la situazione
societaria, i ricordi più belli rimarranno però quelli dell'anno scorso a
L'Aquila. Siamo arrivati alla finale promozione, persa a Parma contro i
Medicei. Sono un pilone prevalentemente sinistro, che si sa adattare anche a
destra. Quest'anno ho riscontrato di essere migliorato molto in mischia chiusa,
in fase di spinta. Mi sono potenziato, ma non ne ho risentito in dinamismo.
(nella foto il napoletano Andrea Caputo)
Mi
considero un pilone moderno e dunque cerco di essere presente nel gioco con la
palla in mano e penso di essere abbastanza bravo a leggere le situazioni
difensive».
Andrea Caputo, nato a Napoli il 6 novembre 1998,
si è diplomato al Liceo Scientifico con 95/100 e verrà a Torino per studiare
Fisica al Politecnico. Risiede a Torre del Greco, dove ha conosciuto il rugby a
13 anni all'Amatori. «Sono rimasto lì - racconta - anche l'anno in cui ho fatto
parte del Centro di Formazione Under 16 di Napoli e il primo dell'Accademia
Under 18 di Benevento. Il secondo anno di Accademia, nel quale, tra, l'altro
siamo stati in Svizzera per un test-match contro l'Under 18 rossocrociata, sono
invece andato in prestito a Benevento, per giocare in Under 18 Elite. A fine
stagione sono stato inserito nella prima squadra del Club Ottopagine Rugby
Benevento, che doveva affrontare il Rubano nella finale playoff di serie B.
Siamo stati promossi e dunque nell'ultimo campionato sono stato in serie A e ci
siamo qualificati alla pool per andare in Eccellenza. Ho collezionato 19
presenze da titolare, senza essere mai stato sostituito, sulle potenziali 20 e
l'unica assenza è stata per infortunio. Ho anche realizzato quattro mete, una
personale e tre su azioni corali. Sono specializzato nel ruolo di centro e
ritengo di essere un buon placcatore. Posso progredire in attacco, anche se
ultimamente sono già migliorato. Sono felice di venire al CUS Torino e sono
convinto che sarà una bella esperienza, sia dal punto di vista universitario
sia da quello agonistico e umano. Troverò un gruppo giovane e non sarà un
problema ambientarmi».
(nella foto l'emiliano Carlo Maria Mori)
Carlo Maria
Mori, nato a Parma il 6 dicembre 1991, è un terza linea cresciuto
nelle fila del Noceto. «Ho cominciato a 5 anni, perché mio papà Ernesto è stato
uno dei fondatori della società e mio fratello Gianmario giocava e ha fatto
tutte le Nazionali giovanili. Sono arrivato fino all'Under 20, che disputava la
Top 10 di categoria. Nel 2010 il Noceto si è unito al Rugby Parma, dando vita
ai Crociati, con cui ho vinto da capitano il titolo italiano Under 20. Quando
la franchigia non si è più iscritta ai campionati, sono rimato a Parma e con il
CUS abbiamo ottenuto tre successi ai Campionati Nazionali Universitari di rugby
a 7. Con il Noceto, in cui ero capitano, ho perso contro la Roma per differenza
punti la finale per salire in serie A. La stagione successiva siamo stati
promossi battendo il VII Rugby e dunque la scorsa stagione sono stato in A.
L'emiliano ha sempre giocato terza linea: «Ho sempre fatto
il 6 o il 7 e negli ultimi quattro anni sono stato utilizzato da 8, che è il
ruolo che preferisco. Sono uno che corre molto e con le mani me la cavo
piuttosto bene. Mi piace molto recuperare le palle e rovinare in piani delle
squadre avversarie. Da quando ho iniziato a studiare e a lavorare l'allenamento
è un po' passato in secondo piano e mi mancano i carichi di lavoro che
sostenevo prima. Sono laureato in Ingegneria Gestionale e a Torino frequenterò
la specialistica. Valutando le migliori Università, l'alternativa era Milano,
ma mi piaceva di più il piano di studi di Torino e anche la città».
(nella foto Giovanni Grillotti, cresciuto rugbisticamente nel Sertori Sondrio, poi Accademia U18 a Milano, nuovo arrivo sotto la Mole)
Il 20enne trequarti Giovanni Grillotti,
che a settembre effettuerà i test di ammissione di Logopedia e Scienze Motorie,
è di Sondrio (dove è nato il 19 giugno 1997) e ha iniziato a giocare a rugby a
9 anni nella società della sua città, facendo la trafila nel settore giovanile
fino alla prima squadra di serie B, nella quale ha esordito nel 2014. «Sono
stato per due anni, dal 2013 al 2015, - afferma - all'Accademia zonale Under 18
di Milano, con la quale nel 2015 ho svolto un tour in Irlanda, disputando
quattro partite contro team del territorio. Nel 2013 ho trascorso una vacanza
sportiva di tre settimane in Galles, effettuando degli allenamenti con atleti
dell'Under 18 degli Ospreys, seguito dai loro tecnici. Con l'Accademia ho
partecipato al progetto Rugby Seven con Andy Wilk e ho giocato diversi tornei
di Seven ad Amsterdam, arrivando in finale contro la Nazionale della Georgia,
Roma, Verona e Bellinzona. Sempre a sette ho militato anche nei Pizzicadoress
di Milano».
Giovanni è una sorta di jolly:«Finora ho giocato
principalmente mediano di apertura, ma anche estremo, ala e centro. Nell'ultimo
campionato ho fatto un po' di tutto. So calciare abbastanza bene e penso di
avere una buona visione di gioco e una buona tecnica individuale. I margini di
miglioramento sono principalmente in difesa, in termini di posizionamento e di
placcaggio. Sono felice di venire a Torino. Con il Sondrio abbiamo affrontato
nell'ultima partita della scorsa stagione proprio il CUS e alla fine
dell'incontro coach Lucas D'Angelo mi ha chiesto se mi interessasse venire a
giocare qui. Gli ho risposto che ci avrei pensato e sono felice di aver
accettato».
(il siciliano Francesco Failla promettente estremo)
Francesco
Failla è nato il 20 aprile 1996 a Ragusa e ha iniziato a giocare
a rugby a 11 anni con il Progetto Scuole. «Sono entrato quasi subito nell'Audax
- dichiara - e sono rimasto fino a 16 anni, quando sono andato in Accademia a
Catania e in prestito al Cus Catania nel campionato di Under 18 Elite. Nel
2014-2015 sono stato all'Accademia "Ivan Francescato" a Parma, la
stagione successiva al Valpolicella in serie A, con il quale ho affrontato il
CUS Torino e nell'ultima alla Lazio in Eccellenza. Sono stato in Nazionale
Under 18 nel 2013-2014, partecipando a un raduno iniziale e, l'estate
successiva, alla tournée in Sud Africa. A maggio 2015 in Francia ho disputato
l'Europeo Seven con l'Under 19. Negli ultimi anni sono stato quasi sempre
impiegato come estremo. Le mie specialità sono il contrattacco in velocità e il
gioco al piede, sia nei calci di spostamento sia dalla piazzola. In Accademia,
a Catania e a Parma, e al Valpolicella ho sempre calciato. Penso invece di
dover progredire soprattutto in difesa».
Francesco è molto amico del pilone cussino Adriano
Nicita:«Attraverso di lui conoscevo già bene il progetto CUS. Quando sono
venuto con il Valpolicella a Torino avevo già parlato con il tecnico D'Angelo.
Mi avevano già contattato prima che andassi al Valpo e quando ultimamente mi ha
chiamato il direttore sportivo Salvatore Fusco non ho avuto alcun problema a
rispondere sì. Con il mio arrivo a Torino si chiude un cerchio. Sono convinto
al 100% della mia decisione. Di quando abbiamo giocato contro ho ricordi
piacevoli di partite molto fisiche. Troverò molti ragazzi motivati come me e
sarà bellissimo condividere la vita in campo e fuori».
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