Nuova appuntamento con la rubrica “A tu x tu con il Crc”, il momento che
ogni settimana ci racconta un profilo diverso legato all’universo biancorosso.
Questa settimana ancora un focus sul settore giovanile con l’intervista al
tecnico del minirugby Stefano Pergolesi.
Stefano è da poco che sei allenatore del minirugby, sei stato anche dirigente/accompagnatore del Crc. Da dove viene questa passione?
“Me l’ha trasmessa mio figlio, che ha iniziato da cinque anni il rugby. Poi
ho fatto il dirigente per tre anni, un’esperienza bellissima, così ho provato a
cimentarmi nel ruolo di allenatore. Mi piace molto e mi appassiona, mio figlio
però è stato l’artefice di tutto”.
Hai visto allenare ed ora alleni i ragazzi del minirugby, cosa cambia dal punto di vista psicologico a parte la questione tecnica?
Hai visto allenare ed ora alleni i ragazzi del minirugby, cosa cambia dal punto di vista psicologico a parte la questione tecnica?
“Quando sei fuori dal campo vedi determinate cose,
quando sei in campo con i bambini ti rendi conto che è una cosa gratificante.
Il confronto con loro mi piace tanto. Il mio stile è quello di cercare di
essere bambino come loro”.
Hai affrontato un corso per
diventare allenatore, cosa ti ha insegnato oltre alla tecnica? Consigli di fare
corsi a chi vuole dare un contributo al rugby locale?
“Ho fatto il corso perché mi ero molto appassionato, lo consiglio a tutti.
Stando in campo poi ti rendi conto di cose che da fuori non riesci a notare.
Invito tutti a fare il percorso fatto da me”.
Da allenatore osservi le cose in
modo diverso rispetto a quando eri dirigente o quando sei genitore? Quali sono
i consigli che puoi dare?
“Come dirigente è stata una bella esperienza, hai a che fare con alcuni
genitori che qualche volta fanno un filo di pressione ma ci sta. Da tecnico ti
diverti tanto, forse più dei bambini a volte. Da genitore vedo la voglia di mio
figlio, e mi da tanta soddisfazione”.
Quale è il tuo principale
riferimento quando alleni i bambini/adolescenti del Crc, segui degli schemi?
Quali sono le principali indicazioni che dai per far crescere i ragazzi?
“L’importante è che i bambini si divertano, poi devono stare attenti a non
farsi male. Infine c’è il gioco, ma quello viene dopo”.
Allora, hai visto la serie B del
Crc. Dove pensi che possa arrivare?
“I miglioramenti sono evidenti, ma è un crescendo di diversi anni. Gli
faccio un grande in bocca al lupo. Come prima squadra comunque la vedo molto
bene”.
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