Union Riviera Rugby under 18: sconfitta a Savona a testa alta.
La Union Riviera Rugby
under 18 gioca a Savona, fa un po’ di Accademia, perde abbastanza largamente,
ma resistendo alquanto agli assalti avversari. Savona si conferma ottima scuola
di prospettiva dagli under 14 agli under 18 e temibile per il contesto Union in
corsa per la futura serie B. I ragazzi di Lisco e Zorniotti escono a testa alta
dal campo Fontanassa della città della Torretta, giocando sicuramente meglio e
con maggiore convinzione rispetto alla proibitiva prova di Biella. I numeri
divinatori dell’annata non hanno giovato alla Union, tra abbandoni e infortuni,
ma ci sono individualità di spicco utili per la seniores e un ciclo
interessante da completare. Il nuovo corso tecnico della società lavorerà
ancora sul gruppo, affinando tutto il lavoro improbo che in più anni ha portato
avanti soprattutto Giandomenico Lisco, un uomo che è solito buttare il cuore
oltre l’ostacolo. Lui stesso ringrazia “chi è sempre stato con noi e chi
nonostante si vinca o si perda è stato a bordo campo ad offrire un
sorriso e una stretta di mano a fine partita”.
In ogni caso le situazioni belle
sono state molte, impreziosite dalla formazione di giocatori come Vallarino che
ha fatto il grande salto tra la penultima e l’ultima stagione ed è nel giro
nazionale del rugby a sette o Damiano ambito in seniores o Sega che è in odore
di Accademia. I singoli però non contano quanto il gruppo, che lavora per loro
e con loro. E questi si è formato nel tempo giungendo comunque ad un girone di
II fase altamente probante in campo interregionale.
UNDER 18
GIR. LIGURE/PIEMONTESE II FASE
Biella –
Rivoli 25/13
Savona –
Union Rugby Riviera 48/3
Queste
quattro squadre accedono alla Fase Interregionale con il ranking ottenuto nella
Prima Fase (posizione e coefficiente punti/partite).
La terza tappa del trofeo delle 4
regioni di rugby under 14: gli eroi dell’Imperia Rugby.
Si può essere eroi anche senza vincere.
Sono questi i verdetti del rugby, le consapevolezze di uno sport formativo. Il
trofeo delle 4 regioni, ideato e portato avanti da Giovanni Lisco, vede
l’Imperia Rugby a confronto con Lazio, Emilia e Lombardia. Regioni dove il
rugby esprime realtà di livello nazionale. Una sfida raccolta e giocata fino in
fondo. Per questo i ragazzi liguri guidati dai tecnici Perrone ed Abbo, tra il
22 ed il 23 aprile, si bevono una lunga trasferta per la tappa di Oltremella,
Bassa Bresciana. E non lì c’è la notte fuori di casa, esperienza esaltante per
molti, ma non condita da bravate, bensì dalla concentrazione professionistica
di chi sa che il giorno dopo ci sarà da lottare. Ed è lotta per davvero perché
gli organizzatori bresciani hanno rimpinguato il novero degli avversari con
Parabiago e Rovato: quelle capitali ovali di una Italia minore, ma grande nella
sua provincialità sportiva. Due gironi da tre e partite da giocare fino in
fondo. Imperia ha numeri un po’ risicati: si gioca in 13 e qui si hanno 15
giocatori. Non ci sono quasi cambi. La croce si porta fino in fondo, ma è una
croce divertente. Happy problems dicono gli anglosassoni.
Testa e tacchetti sempre in alto. Di fronte, nel girone, ecco le corazzate.
Parabiago e Reggio Emilia. La sfida con il Parabiago dice bene all’inizio,
perché si è perso per sole due mete ad una e l’unica pecca è stata l’incapacità
di sfruttare la superiorità numerica per le espulsioni degli avversari. C’era
da rompere il fiato e i padani avevano cambi.
Partitone con Reggio Emilia,
con match in discussione fino a sette minuti dalla fine. Però
in fase di attacco imperiese un pilone molto dinamico dei reggiani fa il buco e
segna una meta che chiude l’interruttore mentale degli imperiesi. I quali
subiranno ancora, però anche in questo caso cambi, piloni che corrono secondo
il dogma del rugby moderno e una struttura di reclutamento che è socia diretta
della franchigia celtica nazionale delle Zebre hanno il loro peso. Si termina
con la finalina per il quinto posto. Ed ecco gli amici delle Fiamme Oro, di
solito abbonati ai primi posti del trofeo. E questo fa capire i livelli di
gioco nel bresciano. Insomma, l’espressione sportiva della Polizia di Stato si
impone per 3 a 2. All’inizio delle contesa i cremisi romani segnavano mete a
grappolo all’Imperia. Ora si devono sudare ogni pallone.
Se si guardano i numeri di base delle
altre società sono impressionanti rispetto alla realtà imperiese. Di fronte ai
15 uomini, oggi veramente divenuti uomini, gli avversari si presentano con 20
giocatori almeno. Oltremella, società di casa, ne aveva ben 32. E all’inizio
stagione le Fiamme Oro hanno lavorato su 70 elementi. La denatalità attorno al
2002-2003 ha piegato le velleità liguri occidentali, ma non la fibra di questi
ragazzi e dei tecnici. Il lavoro c’è, si vede e le distanze tra le squadre si
sono ridotte alquanto. Si è lavorato su tutto e ci sono le segnature frutto
anche degli ultimi lavori sugli angoli di corsa e sui ricicli in velocità, di
stampo australe. Il gruppo va elogiato in toto. Due segnalazioni:
la reazione di Nunziata, che, dopo aver compiuto errori, ha favorito due segnature
con le Fiamme Oro. Questa è vita vera. E la prima meta di Batmaz, un
combattivo, silente tre quarti, giunto al rugby da poco tempo. Gli altri, li
conoscete per queste cronache. Sì, arrivare ultimi, ma primi nell’impegno.
Questo conta. Non si è mollato, neanche di fronte a quel Reggio Emilia al quale
si è tenuto testa più di tutte le altre squadre, che hanno rimediato scoppole
sonore. E il torneo finale, dedicato all’indimenticato Carletto Oddone, incombe
al 21 maggio: c’è voglia di giocare, ancora. Di vivere.
(le foto sono di Claudio Valente, nel riquadro)
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