Fondamentalmente è successo che siamo in serie A. In pochi anni siamo
passati da stare letteralmente sotto i ponti a poter competere contro squadre
storiche del rugby italiano.
Mi piace pensare che tutto ciò sia arrivato grazie
al sacrificio ed alla passione di tante persone, qualcuna rimasta e qualcuna
andata via ma sempre presente nei nostri cuori, che ci hanno permesso di
coronare un sogno che avevamo fin da quando abbiamo iniziato da bambini a
praticare questo sport. E si va dai nostri vecchi allenatori fino a quelli
attuali, da chi ha indossato questa maglia a chi la indossa ora, da chi pulisce
gli spogliatoi, chi guida i pulmini o chi fa il tifo anche dall'altra parte
d'Italia. E non prenderemo neanche un euro, per rispondere a tante persone che
me lo hanno chiesto, e ci alleneremo anche di più e più duramente perché se
adesso abbiamo centrato un obiettivo dobbiamo già avere lo sguardo puntato a
fare bene negli anni avvenire. Abbiamo fatto la storia, forse ce ne renderemo
conto più avanti, magari tra anni quando racconteremo tutte le avventure che
abbiamo vissuto insieme. Perché insieme abbiamo affrontato i momenti difficili,
le partite perse, i compagni che se ne sono andati, le grandi vittorie e le
giornate felici : insieme. Perché come qualcuno di noi dice, ormai siamo
incapaci di andarcene da quel campo o di passare il tempo con altre persone.
Forse siamo dei disadattati, forse siamo dei pazzi, ma non riesco ad immaginare
una giornata senza vedervi.
Non c'è stato mai miglior risveglio.
Siamo ancora
ebbri ma sufficientemente pronti ad affrontare questa settimana in vista
dell’ultimo match di questo campionato, che ci vede volare alla promozione in
serie A per la nostra prima squadra.
Vogliamo raccontare, con pillole ovali quotidiane, la storia della nostra squadra a km quasi zero, storia semplice di ragazzi straordinari.
Tra le quattro pareti del nostro rettangolo, si avvicendano trame familiari, racconti di vita e sacrifici personali che spesso diventano di tutta la famiglia Amatori.
Vogliamo raccontare, con pillole ovali quotidiane, la storia della nostra squadra a km quasi zero, storia semplice di ragazzi straordinari.
Tra le quattro pareti del nostro rettangolo, si avvicendano trame familiari, racconti di vita e sacrifici personali che spesso diventano di tutta la famiglia Amatori.
Per questo la
nostra prima puntata accende i riflettori sul nostro n.6
Vincenzo Lo
Moriello.
In una sola
battuta tutta la sua essenza
“Crederci sempre, arrendersi mai!”
Senza dubbio la sua storia racchiude la grande verità del Rugby.
Aveva 9 anni e la passione per i dinosauri, noi ancora più piccoli, senza la sua categoria di appartenenza, quindi senza squadra.
Tenacia e allenamenti con i grandi, poi U10 fino alla 18 e adesso in serie A.
Carattere spigoloso e talvolta polemico, ma grande anzi grandissima forza e consapevolezza.
Arriva un giorno di un maledettissimo e sfortunato infortunio, caviglia ... ginocchio... più di un’ operazione e mille speranze anche soltanto di rimettersi in piedi.
Vincenzo sapeva di dover raggiungere la meta è quando tutti perdevano la speranza, c’era lui a ricordare che quella sarebbe stata la sua vita, la aveva già scelta, quel giorno, davanti alla locandina del campo rugby affissa alla vetrina di un supermercato.
Queste sue foto raccontano la crescita di un campione di vita prima che di rugby, che oggi, in questa settimana di ricordi e memorie di ciò che è stato, rappresentano la strada che abbiamo fatto insieme.
Buona settimana della lettera A
“Crederci sempre, arrendersi mai!”
Senza dubbio la sua storia racchiude la grande verità del Rugby.
Aveva 9 anni e la passione per i dinosauri, noi ancora più piccoli, senza la sua categoria di appartenenza, quindi senza squadra.
Tenacia e allenamenti con i grandi, poi U10 fino alla 18 e adesso in serie A.
Carattere spigoloso e talvolta polemico, ma grande anzi grandissima forza e consapevolezza.
Arriva un giorno di un maledettissimo e sfortunato infortunio, caviglia ... ginocchio... più di un’ operazione e mille speranze anche soltanto di rimettersi in piedi.
Vincenzo sapeva di dover raggiungere la meta è quando tutti perdevano la speranza, c’era lui a ricordare che quella sarebbe stata la sua vita, la aveva già scelta, quel giorno, davanti alla locandina del campo rugby affissa alla vetrina di un supermercato.
Queste sue foto raccontano la crescita di un campione di vita prima che di rugby, che oggi, in questa settimana di ricordi e memorie di ciò che è stato, rappresentano la strada che abbiamo fatto insieme.
Buona settimana della lettera A
Nessun commento:
Posta un commento