giovedì 4 aprile 2019



EXTRA: Rugby oltre le sbarre
dalla Casa Circondariale Pesaro - Villa Fastiggi
lettera trascritta | Gaetano L. | 16 marzo 2019

Nel corso del tempo trascorso in carcere, giornalmente almeno un pensiero va a quelle persone che mettono a disposizione il proprio tempo per noi detenuti; dedicarsi a chi è recluso, permette che qualche ora trascorra diversamente dalle altre, purtroppo tutte uguali.
Le ore “diverse”, e secondo me più belle, sono quelle del sabato mattina quando due “ragazzi”, di nome Giuseppe e Pier Paolo, vengono a insegnarci il gioco del rugby.
Mi chiamo Gaetano, sono rinchiuso nella Casa Circondariale di Villa Fastiggi e, in passato, non ho mai praticato questa disciplina.
Posso dirvi che gli allenamenti, sabato dopo sabato, mi stanno dando la forza di un guerriero; ho una voglia enorme di scendere in campo, di combattere con le mie capacità per superare i miei limiti.
Potrebbe sembrare un'esagerazione, ma non è così; non vedo l'ora che inizi l'allenamento per sfogarmi, per migliorare assieme al gruppo, per passare delle ore felici, tutti insieme.
La pratica del rugby sta completamente cambiando il mio modo di pensare; in passato era soltanto un gioco qualsiasi, di poco conto: adesso che ci sono dentro, posso dirvi l'assoluto contrario.
Giuseppe De Rosa, il nostro coach, è un tipo molto “cazzuto” uno di quei tecnici che non ti capitano spesso nella vita; non ha un carattere facile, anzi, è un tipo veramente tosto... diciamo, un allenatore come vedi in qualche “film”: regole e rispetto tra noi, devono essere la prima cosa.
Da quando l'ho conosciuto in campo, mi sento come un militare in guerra, vigile, disciplinato, con una grande forza d'animo, fiducioso in me stesso: avrò sicuramente lui come esempio, quando tornerò in libertà.
Questo gioco sta incidendo tantissimo nella mia vita a tal punto che ho deciso di chiedere il trasferimento nella Casa Circondariale Dozza di Bologna, sperando di essere aggregato a breve alla squadra di rugby che milita nel campionato di Serie C2, formata da atleti detenuti agonisti.
Spero con tutto me stesso che questa nuova esperienza, possa cambiarmi totalmente.
E, a questo punto, posso dirvi che il mio reinserimento nella società siete voi.
Grazie ragazzi. Grazie Rugby... A prestooooo!

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