Risparmio idrico, Regione Liguria uniforma i criteri per il riuso delle
acque reflue urbane
Assessore Giampedrone: "Una
risorsa in più per razionalizzare l'uso delle riserve idriche"
Genova. Per promuovere l’uso
consapevole delle risorse idriche e preservare le riserve di acqua dolce, la
giunta della Regione Liguria ha approvato i primi criteri per il riutilizzo
delle acque reflue urbane e le loro procedure di distribuzione. L'acqua,
opportunamente trattata, invece di essere smaltita nei corsi d’acqua o in mare
può infatti essere impiegata in una vasta gamma di utilizzi, come l’irrigazione
di aree verdi pubbliche e campi sportivi (ad esempio da calcio o da golf), il
lavaggio delle strade, la pulizia dei cassonetti dei rifiuti e l’uso
industriale. Le acque reflue trattate saranno messe a disposizione, a titolo
gratuito, ai soggetti pubblici e privati che ne faranno richiesta per
impiegarle in queste attività.
I criteri stabiliti in questa
prima fase per gli impianti di depurazione delle acque reflue urbane sono in
linea con i quelli stabiliti a livello nazionale dal Ministero dell’Ambiente e
saranno applicati dagli enti competenti ad autorizzare il riutilizzo delle
acque reflue (Province e la Città Metropolitana). L’iniziativa di Regione
Liguria, oltre a promuovere il concetto di economia circolare attraverso il
riutilizzo delle acque reflue, punta a fornire indicazioni omogenee a livello
regionale e ad incentivare il risparmio delle fonti di acqua potabile,
riducendo la pressione dei prelievi sulle acque superficiali e sotterranee. I
criteri introdotti riguardano gli aspetti tecnici per il rilascio
dell’autorizzazione con finalità di riutilizzo, i sistemi di monitoraggio e le
prescrizioni da adottare in base ai diversi usi.
"Come abbiamo sperimentato
nella primavera e nell’estate 2022, quando la Liguria e molte altre Regioni
italiane hanno dovuto fare i conti con prolungati periodi di siccità, l’acqua è
un bene prezioso che va utilizzato con attenzione – commenta l’assessore al
Ciclo delle acque e dei rifiuti, Giacomo Giampedrone – Il riutilizzo delle
acque reflue urbane in attività come pulizia urbana e irrigazione permetterà di
evitare l’uso di quella potabile. Una forma di economia circolare che sarà
utile per avere a disposizione volumi d’acqua in più, anche per far fronte ad
eventuali nuovi momenti di siccità".
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