L’anno di svolta del Comitato Paralimpico tra Festival
della Cultura, campus e atleti nei corpi statali SportAbility
Luca Pancalli alla Festa dello Sport
2019 al Porto Antico di Genova
Sul sito federale del Comitato Italiano Paralimpico, il presidente Luca Pancalli ha tracciato un bilancio del 2022 appena concluso con numeri strabilianti per il movimento italiano. Al centro dell’attenzione anche il Festival della Cultura Paralimpica, i campus estivi e invernali e l’ingresso nei Corpi dello Stato e nei Corpi militari degli atleti paralimpici di alto livello.
“Si conclude un anno importante
per il movimento paralimpico italiano. Dopo la Paralimpiadi estive di Tokyo
2021, siamo stati introdotti velocemente in un 2022 che è stato ricco di
successi sotto il profilo squisitamente tecnico-agonistico. Merito dello
straordinario lavoro svolto dalle Federazioni sportive, dagli staff tecnici
delle nazionali e del prezioso lavoro svolto dall’associazionismo di base
– spesso invisibile ma fondamentale – e dalle tante società sportive presenti
nel Paese. Naturalmente il plauso più grande va alle nostre straordinarie
atlete e ai nostri straordinari atleti, capaci ancora una volta di vincere ed
entusiasmare.
I successi sono stati talmente
tanti da rendere difficile il compito di ricordarli tutti.
Si è partiti con i Giochi
Paralimpici invernali di Pechino dove abbiamo conquistato 7 medaglie – 2 d’oro,
3 d’argento e 2 di bronzo – con la conferma di una incredibile coppia, quella
composta da Giacomo Bertagnolli e dalla guida Andrea Ravelli, che ha saputo
scrivere una pagina importante degli sport paralimpici e più in generale dello
sport italiano. L’Italia, inoltre, è tornata sul podio nella categoria sitting
grazie alle fantastiche prestazioni di Renè De Silvestro, nello sci alpino, e di
Giuseppe Romele nello sci nordico. Risultati che ci inducono ad essere
ottimisti anche guardando alla prossima edizione dei Giochi di Milano-Cortina
del 2026.
Fantastico risultato anche della
Nazionale Italiana alle Deaflympics che si sono svolte in Brasile. La
delegazione azzurra ha saputo dimostrarsi all’altezza della più importante
competizione sportiva per persone sorde. L’Italia è stata protagonista anche
agli EPYG di Pajulahti, l’evento aperto ai giovani atleti paralimpici,
conquistando il terzo posto nella classifica generale. Un risultato che ci dà
speranza e che certifica il grande investimento che stiamo facendo sul futuro
del movimento. Di rilievo anche il trionfo della compagine azzurra targata
FISDIR ai VIRTUS Summer Games, competizione per atleti con disagio intellettivo
relazionali, con ben 64 medaglie.
Tanti i successi conquistati
dalle Federazioni in ambito continentale e internazionale. Impossibile citarli
tutti. Ricordo, in un rapido flashback, le 14 medaglie italiane agli Europei di
para-archery e le 6 ai Mondiali di Dubai, i successi nel judo – a partire dalla
insuperabile Carolina Costa – passando all’affermazione di Federico Mancarella
nella canoa. Degni di nota anche i primi acuti di Giacomo Perini che ha
cominciato a raccogliere successi importanti nel canottaggio. L’equitazione,
inoltre, ci ha consegnato l’ennesima vittoria di una immensa Sara Morganti,
ormai icona dello sport paralimpico. Impossibile non citare le 20 medaglie
iridate del ciclismo con il primo posto nella classifica generale. Tante
emozioni sono arrivate anche dal tennistavolo dove il portabandiera azzurro
nella cerimonia di chiusura dei Giochi di Tokyo, Matteo Parenzan, si è laureato
campione del mondo, insieme alle eccezionali Giada Rossi e Michela Brunelli. Voglio
ricordare anche i successi del para trap, una disciplina nata grazie all’
incessante attività di promozione della Federazione Tiro a Volo che sa tentando
di conquistare spazi di visibilità importanti a livello nazionale e
internazionale per sognare, magari un giorno, l’inserimento nel programma dei
Giochi paralimpici.
Complimenti anche al
para-shooting azzurro che con Livia Cecagallina, Pamela Navaglio e Roberto
Lazzaro ha conquistato, in occasione dei Mondialli, la prima qualifica per
Parigi 2024. Last but not least, il nuoto azzurro paralimpico per il
quale non ci sono più parole. Un gruppo composto da tecnici, atlete e atleti
incredibili che continuano a rappresentare un modello nel mondo, una squadra da
battere. Risultati, insomma, che ben descrivono la crescita di un movimento
paralimpico, quello italiano, che si sta ritagliando uno spazio di primo piano
nel mondo nelle competizioni che contano.
Questi risultati ci introducono a
un 2023 che sarà un anno particolarmente importante. Sarà l’anno delle qualificazioni
alle Paralimpiadi di Parigi 2024. Il mio augurio è che si possa continuare su
questa strada e che le Federazioni possano proseguire nel migliore dei modi e
serenamente questo percorso con i loro staff tecnici, atleti e società di base.
C’è però un altro aspetto
altrettanto importante del lavoro che il movimento paralimpico ha portato
avanti nel corso di tutto l’anno, svolgendo una funzione che va ben al di là
del rettangolo di gioco sportivo: è quello della rivoluzione culturale
che stiamo tentando di seminare nel nostro Paese, con progetti e iniziative che
hanno saputo conquistare l’onore delle cronache.
Penso, ad esempio, al Festival
della Cultura Paralimpica. Un evento che ha ripreso il suo cammino dopo la
pausa della pandemia e che è stato nobilitato dalla presenza di personaggi
particolarmente importanti del mondo della cultura, del giornalismo oltre che
naturalmente dei nostri atleti e delle nostre straordinarie atlete. Anche in
questo modo, non solo attraverso le medaglie, tentiamo di cambiare la cultura
di un Paese. La vera mission del mondo paralimpico è quella di riuscire a
intercettare un cambiamento del Paese, tentare di smuovere le coscienze
rispetto al tema della disabilità. Vogliamo riuscire a promuovere
un’immagine della disabilità declinata in positivo. Questo fa bene al mondo
dello sport ma anche a tutta la società, la rende migliore, più civile, più
solidale.
Questo 2023 è stato l’anno in cui
abbiamo inaugurato i Campus estivi e invernali di avviamento allo sport
paralimpico. Ci siamo cimentati, e non è stato semplice, in un’esperienza
nuova, unica. La manifestazione ha visto una straordinaria partecipazione di
bambini e giovani, sia in estate che in inverno. Abbiamo provato a
far comprendere che esiste un diritto allo sport per tutti, senza
differenze o barriere. E’ stato importante coinvolgere tante famiglie e far
comprendere loro che i figli sono portatori di valori fondamentali per la
nostra società.
E’ stato l’anno, infine, di
un risultato che abbiamo rincorso per più di 20 anni: l’ingresso nei Corpi
dello Stato e nei Corpi militari degli atleti paralimpici di alto livello. I
primi bandi si sono conclusi. Questi atleti hanno firmato il loro rapporto con
i gruppi sporti dei Corpi dello Stato e del Gruppo Paralimpico della Difesa.
Una conquista che non riguarda solo il mondo dello sport, ma che produrrà
effetti positivi anche nel Paese.
Questa è la rappresentazione
della famiglia paralimpica italiana di oggi. Una famiglia che deve continuare
ad essere convinta e determinata rispetto alla mission che ci è stata affidata
e che stiamo portando avanti. Un impegno che deve far sentire tutti coinvolti,
dalle piccole comunità territoriali sino ai vertici delle federazioni, passando
naturalmente per il Comitato Italiano Paralimpico e tutte le sue articolazioni.
Una famiglia che deve essere
unita nell’orgoglio di rappresentare un pezzo di welfare del Paese e che sta
lentamente conquistando, con fierezza e con orgoglio, spazi di visibilità molto
significativi. Dietro ogni nostra azione ci sono sempre quelle persone che
attendono solamente risposte alle loro domande e al pieno riconoscimento del
loro diritto a praticare sport. E’ questa la nostra sfida più
importante”.
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