L'Avezzano tra una storia importante e un futuro di
crescita
Quello
che giunge al termine è un anno speciale per l'Avezzano Rugby. Nel 1977,
esattamente 40 anni fa, un gruppo di amici decise infatti di creare nella città
marsicana un'alternativa al gioco del calcio, fondando l'Unione Sportivi
Avezzanesi, una polisportiva che annoverava atletica, ping pong, hockey e,
appunto, il rugby.
A quattro
decenni di distanza, il club giallonero si è ritrovato a festeggiare
un compleanno importante: manifestazioni fuori e dentro il
campo hanno caratterizzato il 2017 ad Avezzano, con presentazioni di libri,
iniziative di piazza, dimostrazioni di gioco che sono culminate nella grande
festa di settembre, un fine settimana all'insegna della palla ovale, in mano ai
bambini come alle vecchie glorie.
Oggi
l'Avezzano è una delle realtà più importanti e strutturate del rugby abruzzese:
con i suoi 300 tesserati è una delle poche società che annovera squadre dalla
under 6 alla seniores, passando per il rugby femminile.
Fin dalla
sua nascita l'investimento - economico e umano - è incentrato sui settori
giovanili, vero motore degli "orsi" marsicani. Ed
anche la squadra che attualmente milita nella terza categoria nazionale (Serie
B), esiste in funzione di una "catena umana" generata dai piccoli. In
altre parole, l'Avezzano seniores è di fatto, da sempre, frutto
del lavoro svolto dal minirugby in su. Il punto di arrivo
di tutte le compagini giovanili, composte da ragazzi in campo con la
consapevolezza che, crescendo, potranno giocare con la prima squadra, per poi
proseguire con l'alto livello in altri lidi.
Questa
"catena di montaggio" trova palcoscenico naturale nell'impianto
di via dei Gladioli, casa dell'Avezzano Rugby fin dai primi
Duemila.
Uno stadio vicino al centro cittadino, dedicato esclusivamente alla
palla ovale e dotato di due campi, spogliatoi, club house e palestra.
"Il
campo per noi è fondamentale - racconta il presidente giallonero Alessandro
Seritti - perché è un'oasi di serenità, e nonostante la
vicinanza al centro cittadino rappresenta una zona riservata e sempre viva.
Riesce ad essere una calamita per tanti ragazzi in città". Ed è così: il
club è riconosciuto come la storia e la cultura dello sport ad Avezzano.
Con
qualche eccellenza, come quello che oggi è il giocatore più forte tra quelli
cresciuti tra le montagne marsicane: Giovanbattista Venditti.
Il tre quarti delle Zebre e della nazionale è rimasto legato alla società che
l'ha portato nel mondo del rugby: "Lo scorso ottobre è venuto al campo,
come fa spesso, omaggiando i nostri bambini di materiale sportivo. Quando può è
sempre alle partite di tutte le categorie, e si mette a disposizione dei nostri
allenatori. E' per noi un esempio di umiltà e un grande stimolo per i nostri
bambini", confida Seritti.
(Una immagine dal test di Seriue B fra Avezzano e CLC Messina)
Una
realtà importante l'Avezzano, per il comprensorio e per tutto il movimento
abruzzese. Con l'obiettivo, dichiarato dallo stesso presidente giallonero,
di tornare presto in Serie A: "Lavoriamo
quotidianamente per crescere, sia dal punto di vista strutturale, come i nuovi
spogliatoi che avremo nei prossimi mesi, sia nelle scuole, dove siamo presenti
in ogni ordine e grado".
Anche i rapporti con FIR Abruzzo sono ottimi:
"Siamo in sinergia con la nuova compagine dirigenziale, e ci piacerebbe
portare manifestazioni sportive ad Avezzano. C'è un continuo scambio di
conoscenze sia con il lato tecnico, che con quello politico".
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